La crisi del Venezuela: la Cina si sottrae all'abbraccio mortale, Putin non può

Amaro inverno per Putin: pensava di avere in mano gli oligarchi piazzati da lui stesso a capo delle mega-aziende russe, e invece si è accorto che ne è ostaggio. Cartina al tornasole il Venezuela. Diverso il destino di Xi Jinping

Venezuela: la Cina si sottrae all'abbraccio mortale, Putin non può
Vladimir Putin

C'è una vecchia canzone dei Police, 'Wrapped around your finger', del 1983, che potrebbe descrivere bene ciò che sta succedendo in Russia, ora. O meglio ciò che si sta scoprendo a Mosca. A causa della crisi venezuelana è emersa un'amara verità per Vladimir Putin: non è più il Lider Maximo a muovere le grandi multinazionali russe come pedine nel mappamondo, ma semmai è vero il contrario. Ed è un'amara verità doppia: perché Xi Jinping, che pure aveva imboccato in Venezuela una strada simile a quella dell'omologo russo, riscontra una sorte molto migliore.

Per 20 anni, proprio cioè l'arco temporale in cui Putin si è palleggiato da solo le due cariche di presidente della federazione russa o capo del governo, il Cremlino ha scelto i capi-azienda dei grandi conglomerati economico-finanziari russi e li ha usati quasi come burattini per perseguire gli interessi nazionali. Tra i tanti ordini eseguiti nel mondo dal colosso energetico Rosneft, c'è quello di massicci investimenti in Venezuela: 17 miliardi di dollari iniettati nelle casse di Petróleos de Venezuela, sia per approvvigionare la madrepatria del greggio sudamericano, sia per “disturbare” gli Usa nella loro area di influenza.

Un'operazione simile ha fatto la Cina, che ha investito molto di più, 60 miliardi di dollari per sostenere Chavez prima e Maduro poi. Ma la Cina è stata più accorta: ha un controllo ancor più stretto sull'economia, tanto che le "corporation" cinesi non sono altro che aziende di stato, e poi Pechino ha tenuto i contatti anche con l'opposizione venezuelana e non ha accusato gli Usa di aver ordito un golpe contro Maduro come sta invece ripetendo Mosca. Il Cremlino infatti sta calcando la mano contro Guaidó e contro gli Usa dietro di lui, perché gli interessi economici russi nel paese sono enormi e sono le stesse Rosneft e Gazprom e altre mega-società, a rischio di immense perdite, a imporre a Putin quella linea politica. Lui è ostaggio di coloro che pensava fossero i suoi servi.

"I will turn your face in alabaster/When you'll find your servant is your master". "Ti renderò la faccia di marmo, quando scoprirai che il tuo servo è diventato il tuo padrone". Grandi i Police.

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