Italia, in pensione a un’età effettiva di 62 anni (2 meno della media Ocse)

Rapporto Ocse: nel sistema pensionistico del nostro Paese la priorità dovrebbe essere “aumentare l’età effettiva di ritiro dal lavoro” dato che al momento si attesta a 62 anni. L’Italia spende per le pensioni il 16% del Pil, il secondo livello più alto tra i paesi dell’area

In pensione a un’età effettiva di 62 anni (2 meno della media Ocse)

Nel sistema pensionistico italiano la priorità dovrebbe essere “aumentare l’età effettiva di ritiro dal lavoro” dato che al momento si attesta a 62 anni, di due anni circa inferiore a quella media Ocse e di cinque più bassa rispetto all’età legale di vecchiaia (67). È quanto emerge dal Rapporto Ocse “Pensions at a Glance”. La sfida sarà di “mantenere adeguate prestazioni di vecchiaia limitando la pressione fiscale a breve, medio e lungo termine”.

L’Italia spende per il sistema pensionistico il 16% del Pil, il secondo livello più alto tra i paesi Ocse. E il reddito medio delle persone con più di 65 anni è simile a quello dell’intera popolazione, mentre nella media Ocse è più basso del 13%. L’Organizzazione con sede a Parigi sottolinea che l’età di ritiro legale è 67 anni, tre anni superiore a quella della media dei paesi dell'area, ma che di recente “è andata indietro rispetto alle recenti riforme introducendo Quota 100”.

In sintesi, l’aumento dell’età pensionabile effettiva in Italia – secondo l’Ocse - “dovrebbe essere la priorità, evidenziando la necessità di limitare il pensionamento anticipato agevolato e di applicare debitamente i collegamenti con l’aspettativa di vita”.

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