Un’infanzia al telefono

L’uso costante degli smartphone altera molti processi di sviluppo dei bambini e degli adolescenti, e sta causando problemi di salute ai giovani.

Jonathan Haidt

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Un’infanzia al telefono

All’inizio degli anni dieci del duemila qualcosa improvvisamente è andato storto per gli adolescenti. Ormai conoscerete le statistiche: secondo molti studi dal 2010 al 2019 negli Stati Uniti il tasso di depressione e ansia, abbastanza stabile negli anni precedenti, è aumentato del 50 per cento. Tra gli adolescenti dai 10 e ai 19 anni il tasso di suicidi è cresciuto del 48 per cento. Per le ragazze tra i 10 e i 14 anni, l’aumento è stato del 131 per cento. Il problema non riguarda solo gli Stati Uniti: nello stesso periodo un andamento simile è emerso in Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, nei paesi nordici e altrove. In base a vari parametri e in diversi paesi, la generazione Z (i nati a partire dal 1996) soffre di ansia, depressione, autolesionismo e disturbi correlati più di qualsiasi altra generazione per la quale abbiamo dati a disposizione. Sul banco degli imputati sale lo smartphone, il cui uso costante altera molti processi di sviluppo dei bambini e degli adolescenti, e sta causando problemi di salute ai giovani, secondo lo psicologo sociale Jonathan Haidt.

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