L’IA pubblica è il nuovo multilateralismo

Negli anni '70, i governi europei collaborarono per creare un'azienda produttrice di aeromobili in grado di competere con la statunitense Boeing. Mentre una manciata di aziende private a Shenzhen e nella Silicon Valley gareggiavano per consolidare il proprio dominio nell'intelligenza artificiale, una cooperazione altrettanto audace tra le medie potenze è ora diventata imperativa (secondo Jacob Taylor e Joshua Tan)

L’IA pubblica è il nuovo multilateralismo

Negli anni ’70, l’Europa si unì per sfidare Boeing, dando vita ad Airbus. Oggi, in un mondo dove Shenzhen e la Silicon Valley dominano l’intelligenza artificiale, una sfida analoga si ripete — ma sul fronte tecnologico.

Come scrivono Jacob Taylor e Joshua Tan, le “medie potenze” (Europa, Australia, Singapore e altri Paesi innovatori) hanno davanti a sé un bivio: competere insieme o restare ai margini del nuovo ordine digitale globale.

Apertus: un esperimento di cooperazione globale nell’IA

Un gruppo di laboratori e fornitori di servizi cloud di diversi Paesi ha appena realizzato qualcosa di storico: ha unito le proprie risorse di calcolo per rendere Apertus, un modello linguistico open source sviluppato in Svizzera, accessibile gratuitamente al mondo intero.

Le richieste inviate ad Apertus possono essere elaborate in Svizzera, Austria, Singapore, Norvegia o Australia, a seconda della rete di server disponibile.

È un piccolo ma significativo passo verso una “IA pubblica”, che nasce non da un trattato politico ma da un’infrastruttura condivisa e realmente collaborativa.

Il fallimento del vecchio multilateralismo

Per decenni, la cooperazione internazionale si è basata su istituzioni multilaterali come le Nazioni Unite, la Banca Mondiale o l’OMC. Ma rivalità geopolitiche e disuguaglianze sistemiche hanno eroso la loro capacità di incidere.

La cooperazione, osservano gli autori, si è spostata altrove — verso città, aziende, fondazioni e organismi di standardizzazione.

Nel campo dell’IA, però, il potere è concentrato in poche mani: grandi aziende americane e cinesi che stanno imponendo infrastrutture e standard globali. Se lasciate senza controllo, il resto del mondo rischia di scegliere tra dipendenza o irrilevanza.

Serve un’“Airbus per l’intelligenza artificiale”

Proprio come i governi europei unirono forze e risorse per costruire un’industria aeronautica autonoma, oggi serve un progetto simile nel digitale: un laboratorio pubblico-privato internazionale capace di sviluppare modelli di IA open source di livello mondiale.

Un’“Airbus dell’IA” permetterebbe alle potenze medie di condividere energia, dati, talenti e potenza di calcolo, riducendo la dipendenza dalle big tech e restituendo controllo e trasparenza all’interesse pubblico.

Un’infrastruttura aperta per il futuro

Il vantaggio di un approccio “open” non sarebbe solo tecnologico. Creerebbe un ecosistema distribuito e democratico in cui laboratori nazionali, università e startup potrebbero investire più risorse nelle applicazioni pratiche — dalla sanità alla sostenibilità — invece che nel solo addestramento dei modelli.

Inoltre, un’infrastruttura pubblica per l’IA potrebbe essere riutilizzata per sfide globali, come la transizione energetica, la protezione dei lavoratori autonomi o la gestione dei dati ambientali condivisi.

Un nuovo multilateralismo digitale

Taylor e Tan concludono che questa è la vera frontiera del XXI secolo: non trattati, ma reti globali di infrastrutture condivise.

La Public AI Inference Utility, che gestisce Apertus, rappresenta il primo laboratorio di questa nuova visione: un modello di cooperazione tecnologica pragmatica, in cui l’interesse collettivo diventa la base per l’innovazione.

Le “medie potenze” hanno ora una possibilità concreta di riscrivere le regole del gioco — o di restare spettatrici dell’egemonia tecnologica di Stati Uniti e Cina.

L’alternativa è chiara

Quando l’attuale ciclo di hype e investimenti sull’IA si esaurirà, il mondo potrà scegliere:
un ordine dominato dai giganti privati, in cui la conoscenza è proprietà esclusiva,
– oppure un ecosistema pubblico e cooperativo, in cui l’IA diventa un bene comune globale.

Le ragioni per un’IA pubblica non sono solo etiche, ma strategiche. È l’unico modo per garantire autonomia, trasparenza e resilienza in un mondo sempre più dipendente dagli algoritmi.

Fonte
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