Stop Usa alle armi per Kiev: lo scudo anti-Putin si sgretola

Una frenata che arriva nel momento peggiore: la Casa Bianca sospende l’invio di sistemi Patriot e munizioni. Mosca esulta, Kiev trema. E la guerra rischia una svolta decisiva

Stop Usa alle armi per Kiev: lo scudo anti-Putin si sgretola

Nel pieno dell’offensiva russa, l’Ucraina si trova improvvisamente con le difese abbassate. La decisione della Casa Bianca di bloccare alcune forniture militari a Kiev – in primis i sistemi di difesa anti-aerea Patriot – ha colto tutti di sorpresa. La motivazione ufficiale è chiara: le scorte del Pentagono sono sotto il livello di guardia e “vanno preservate per la sicurezza nazionale”. Una linea che strizza l’occhio alla base elettorale di Donald Trump, intenzionata a ridurre il coinvolgimento statunitense nel conflitto.

La reazione di Kiev: “Decisione disumana”

Il governo ucraino ha convocato l’inviato Usa John Ginkel per chiedere chiarimenti, definendo la scelta americana “disumana”. I Patriot e gli altri sistemi anti-missile rappresentano una linea di difesa cruciale contro i bombardamenti russi, e l’interruzione delle forniture rischia di compromettere gravemente la capacità di resistenza del Paese. Il presidente Zelensky ha provato a rassicurare la popolazione, ma i vertici militari sono già in pressing sugli alleati per comprare o noleggiare nuove armi.

Mosca festeggia e rilancia

Dal Cremlino arriva la reazione che ci si poteva aspettare: “Meno armi a Kiev, più vicina la fine della guerra”, ha dichiarato il portavoce Peskov. Putin ha intensificato la produzione di missili e droni (fino a 70 Iskander e 15 Kinzhal al mese) e ha sferrato negli ultimi giorni il più massiccio attacco aereo dall’inizio della guerra, con oltre 500 proiettili lanciati in una sola notte. Il leader russo ha inoltre ribadito a Macron che non ci sarà alcun passo indietro sui territori conquistati.

Una crepa geopolitica da sfruttare

Il rallentamento dei rapporti tra Kiev e Washington rappresenta per Mosca un’occasione strategica. Secondo l’intelligence ucraina, la Corea del Nord sarebbe pronta a triplicare le truppe a supporto della Russia, con un nuovo contingente da 25-30 mila uomini. Un salto notevole rispetto agli 11 mila soldati nordcoreani già presenti, nonostante le gravi perdite subite.

L’Europa non basta

Le forniture interrotte dagli Usa non sono facilmente sostituibili. I sistemi europei, come gli Iris-T tedeschi, sono già quasi esauriti, mentre i missili per i Samp/T e Crotal francesi sono terminati. Gli aiuti stanziati da Joe Biden erano ancora in fase di consegna, ma senza nuovi stanziamenti l’effetto si sta esaurendo. Il rischio? Che l’Ucraina resti scoperta proprio mentre l’intensità del conflitto aumenta.

L’analisi: la guerra si gioca anche nei silenzi

Il messaggio politico dietro questa decisione è chiaro: prima l’America, anche se a pagarne il prezzo è un fronte di guerra che riguarda l’intero equilibrio europeo. Con l’attenzione Usa che si sposta verso Israele, l’Ucraina rischia di diventare un dossier secondario. Una prospettiva che, secondo gli analisti, potrebbe cambiare radicalmente l’evoluzione del conflitto nei prossimi mesi.

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