Anche la Spagna finisce nel mirino dell’Ue sul fronte balneari. La Commissione ha deciso di avviare un’infrazione contro Madrid per non aver garantito una procedura di selezione trasparente e imparziale per il rilascio delle concessioni relative alle aree costiere.
“La legge spagnola sulle coste - spiega una nota dell’esecutivo europeo - prevede la possibilità di rilasciare concessioni (autorizzazioni ai sensi della direttiva sui servizi) per la costruzione di strutture permanenti (ad esempio ristoranti, aziende agricole, ecc.) nel cosiddetto ‘demanio pubblico marittimo-terrestre’, al di fuori dei porti, senza una procedura di selezione aperta e trasparente”.
Inoltre, la Commissione spiega che la legge iberica prevede “la possibilità di estendere la loro durata fino a 75 anni, sempre senza una procedura di selezione. Questa legge viola la direttiva sui servizi”.
L’organo di governo dell’Ue ribadisce come la necessità di affrontare il tema delle barriere nel settore dei servizi sia “particolarmente critica”, non solo in Spagna ma anche ad esempio in Italia. Secondo la relazione annuale sul mercato unico recentemente pubblicata, il 60% degli ostacoli che le imprese europee hanno incontrato 20 anni fa esiste ancora all’interno del perimetro comunitario.
Intanto, nel caso della Spagna, un primo passo è stato fatto, avviando la procedura di infrazione. Ora il governo spagnolo ha due mesi di tempo (che scadono a metà aprile) per rispondere a Bruxelles e correggere la situazione.
