Alla caccia di litio alle porte di Roma

Nel comune di Campagnano, a pochi chilometri dalla Capitale, il metallo prezioso è nascosto nel sottosuolo a 3 mila metri di profondità, disciolto nell’acqua a duecento gradi. La partita dell’estrazione è già iniziata: in prima fila un colosso australiano.

Alla caccia di litio alle porte di Roma

Siamo a pochi chilometri a nord-ovest di Roma. Nel comune di Campagnano, 13 mila abitanti, nascosto nel sottosuolo esattamente nella Valle di Baccano, 3 mila di metri di profondità, disciolto nell’acqua a duecento gradi c’è il litio. In questo caso l’estrazione del metallo prezioso consiste nel perforare il terreno e intercettare appunto l’acqua. In Australia, al contrario, si estrae dalle rocce. In Sudamerica dai laghi salati. Il valore del metallo prezioso per le batterie, usate, ad esempio, nelle auto, nei cellulari o integrate in impianti solari, è intanto schizzato, passando nel corso del 2022 da 14mila a 80mila euro a tonnellata.

Su gli 11,4 chilometri quadri nella Valle di Baccano, un’area in depressione che nel lontano passato ospitava un lago vulcanico, ci sono già degli attori in gioco: c’è infatti un permesso di ricerca di Enel Green Power e dell’azienda mineraria australiana Vulcan Energy che ha brevettato un metodo proprio per l’estrazione del litio geotermico, utilizzato attualmente in un altro sito in Germania, nella Valle del Reno. I lavori sono ora nella fase di realizzazione dei rilievi e degli studi geologici preliminari per comprendere la natura del sottosuolo. C’è, dunque, molta strada da fare prima di dare avvio all’estrazione.

Non c’è soltanto Campagnano. Tra Cesano e il borgo di Santa Maria di Galeria, sempre nel Lazio, un’altra azienda australiana ha chiesto un nuovo permesso di ricerca. Tuttavia, le norme sulla geotermia non sono molto chiare in questa regione e l’estrazione del litio non ha precedenti in Italia. Basti pensare che nella concessione a Vulcan Energy si fa rifermento al regio decreto del 1927, che riserva la competenza in materia di risorse minerarie allo Stato. 

La questione non interessa solo il Lazio. Le mappe del Cnr indicano in numerose aree la presenza di litio geotermico (ovvero disciolto nell’acqua sotterranea): dalla Toscana, all’altezza del monte Amiata, fino ai Campi Flegrei. La partita dell’estrazione è nel frattempo già iniziata, nel silenzio generale. Anche perché non si sa ancora molto in merito all’impatto ambientale determinato dall’estrazione di litio geotermico. Qualcuno deve aver pensato: perché allarmare inutilmente la popolazione? In attesa di avere maggiori informazioni, comunque andiamo avanti.

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