Restiamo sposati all'auto anche se non l'amiamo più

Restiamo sposati all'auto anche se non l'amiamo più

L’era dell’automobile tradizionale sta tramontando, lo dicono tanti segnali, ma si sta facendo largo un nuovo concetto di “automobilità” 2.0 dove i mezzi in circolazione saranno meno di proprietà e più in condivisione, dove la guida autonoma sarà sempre più protagonista e i combustibili fossili saranno rimpiazzati da fonti meno inquinanti.

Persino negli Stati Uniti il mito dell’auto di proprietà come sinonimo di libertà è messo in discussione dai giovani, che oggi riversano sullo smartphone le aspettative che ieri i loro coetanei riponevano nella loro macchina.

Il tempo di vita perso nel traffico e gli alti costi dell’incidentalità stradale (1,3 milioni di vittime l’anno nel mondo, ndr), oltreché dell’inquinamento dovuti al trasporto privato (un quarto delle emissioni totali di CO2), stanno spingendo verso una nuova forma di mobilità automobilistica: in molte strade del mondo costruite a uso e consumo delle quattroruote continuiamo nostro malgrado a restare sposati con l’auto anche se non l’amiamo più.

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