Auto, innovazione e rinvii: così l’Europa frena se stessa

Il Parlamento Ue posticipa le sanzioni per lo sforamento delle emissioni CO₂: un assist ai costruttori o un boomerang per il futuro dell’industria automobilistica europea?

Auto, innovazione e rinvii: così l’Europa frena se stessa

L’8 maggio il Parlamento europeo ha approvato una modifica significativa alle regole sulle emissioni di CO₂: le eventuali multe per il superamento dei limiti previsti per il 2025 saranno posticipate al 2027. A chiederlo, non a caso, sono stati i produttori automobilistici. Il provvedimento, nato con l’intento di “aiutare” il settore, rischia però di generare effetti contrari.

Multe da milioni e obiettivi rinviati

Fino a oggi, ogni grammo di CO₂ oltre i limiti comportava una multa di 95 euro per veicolo. Ma con il nuovo schema, l’obbligo di rispettare i target sarà calcolato sulla media triennale 2025-2027. In pratica, le sanzioni sono congelate. Una “boccata d’ossigeno” per chi è in ritardo, ma un colpo basso per chi si era già messo in regola.

Una decisione presa... in anticipo

Il problema? La modifica arriva prima di conoscere i dati reali sulle vendite e le emissioni del 2025. Eppure, i segnali erano positivi: nei primi mesi dell’anno le vendite di auto elettriche sono aumentate del 45%, con picchi per Renault e Volkswagen. Rinviare ora le sanzioni significa cambiare le regole a partita in corso, frenando l’innovazione già in essere.

Chi vince davvero? Non i cittadini

Il rinvio delle multe favorisce chi è in ritardo, non chi investe. Marchi come Volvo, Stellantis e Renault avevano già strutturato l’offerta per rispettare i limiti. Ora si trovano penalizzati rispetto ai concorrenti meno virtuosi. E il mercato perde fiducia: tra norme che cambiano e incentivi ballerini, chi dovrebbe comprare oggi un’auto elettrica?

Un colpo alla credibilità del Green Deal

C’è un rischio sistemico. Il Green Deal europeo, già sotto pressione, esce indebolito. Consumatori e aziende che hanno creduto nella transizione ecologica si sentono traditi. Il messaggio è chiaro: in Europa (e non soltanto) vince chi fa più lobbying, non chi innova di più. E la democrazia appare fragile di fronte agli interessi economici.

Un passo indietro che costa caro

Il rinvio delle sanzioni sulle emissioni non è una questione tecnica, ma politica ed economica. Potrebbe rallentare la transizione green, danneggiare la competitività europea e bloccare l’innovazione in un settore cruciale. Alla lunga, sarà un costo per tutti: ambiente, industria e cittadini.

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