Chi ha davvero bisogno del G7? Un club d’élite in crisi di identità

L’assetto del potere globale è cambiato, ma il G7 resta ancorato al passato. E Trump, paradossalmente, potrebbe aver sollevato la questione giusta.

Chi ha davvero bisogno del G7? Un club d’élite in crisi di identità

Il G7 è nato per guidare la governance globale, ma oggi appare sempre più scollegato dalla realtà geopolitica ed economica del mondo. Le grandi potenze emergenti – come Cina, India e Brasile – ne restano escluse, mentre al tavolo siedono paesi che, in termini economici, non rappresentano più le forze trainanti del pianeta.

Trump solleva una questione (forse) legittima

Anche i critici più accesi di Donald Trump non possono ignorare un fatto: il presidente statunitense ha messo il dito nella piaga. Proporre l’ingresso della Russia (e forse della Cina) nel G7 può sembrare provocatorio, ma apre un dibattito necessario. Perché escludere chi oggi muove le leve della geopolitica globale?

L’Europa non è più al centro

Con la nascita dell’euro e l’unificazione delle politiche fiscali, mantenere tre paesi europei nel G7 – Francia, Germania e Italia – ha perso senso. Intanto, l’Eurozona cala nel peso globale del Pil, mentre i BRICS avanzano. Un nuovo equilibrio è inevitabile.

Dai BRICS al G9 (o G11): serve un nuovo format

Già nel 2001, con l’invenzione dell’acronimo BRIC, l’economista Jim O’Neill suggeriva una governance più inclusiva: Russia, India, Cina e Brasile al tavolo insieme a Usa, Giappone, e una rappresentanza europea. Oggi, aggiungervi Regno Unito e Canada – o sostituirli – è una riflessione che torna d’attualità.

Il G7 senza gli Usa? Poca cosa

Trump disprezza il G7 e lo ignora, e in effetti senza Washington il gruppo perde rilevanza. Resta utile come forum tra democrazie occidentali, ma se l’obiettivo è decidere il futuro del mondo, serve molto di più. Un G3? Un G20 riformato? Le strade sono aperte.

Il peso delle nuove potenze

L’India si prepara a diventare la terza economia mondiale entro il 2030. Il Brasile, nonostante i suoi limiti interni, è un attore centrale in America Latina. Escluderli non è più sostenibile. La geopolitica non può ignorare chi cresce davvero.

G20: inclusivo ma inefficace?

Dopo la crisi del 2008, il G20 sembrava la soluzione: rappresentanza globale, dialogo esteso. Ma oggi è paralizzato da divergenze e veti incrociati, spesso dominato ancora dal G7. I BRICS lo sanno e si coalizzano, rendendolo inefficace.

Serve riforma, non nostalgia

Non è tempo di nostalgie. Perché la governance globale sia efficace, servono nuovi equilibri. Meno esclusività, più inclusività. E forse, paradossalmente, proprio da una provocazione di Trump può nascere una riflessione costruttiva.

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