
Il governo canadese ha annunciato la revoca della Digital Services Tax (DST), una tassa pensata per colpire i colossi tech americani come Google, Meta, Amazon e Apple. La decisione arriva in seguito alle forti pressioni da parte dell’amministrazione Trump, che aveva interrotto bruscamente i negoziati commerciali in segno di protesta.
Telefonata decisiva: Carney e Trump riaprono i giochi
Dopo settimane di tensioni, il primo ministro canadese Mark Carney e il presidente Donald Trump si sono sentiti telefonicamente domenica scorsa. L’intesa? Tornare al tavolo delle trattative con l’obiettivo di firmare un nuovo accordo commerciale bilaterale entro il 21 luglio 2025, data fissata durante il recente vertice G7 in Canada.
Una tassa da 3% sui giganti tech (che non si farà più)
La tassa canadese avrebbe previsto un’imposizione del 3% sui ricavi generati in Canada da piattaforme digitali straniere. Una misura che sarebbe stata retroattiva e che avrebbe presentato un conto da 2 miliardi di dollari alle big tech americane. L’entrata in vigore era prevista proprio per lunedì, ma è stata bloccata all’ultimo minuto.
Trump: “Un attacco diretto agli Stati Uniti”
Il presidente Trump aveva definito la DST “un attacco diretto e palese al nostro Paese”, decidendo così di congelare ogni trattativa commerciale con Ottawa. La sua amministrazione ha già introdotto dazi pesanti su acciaio, alluminio e auto canadesi, e non esclude ulteriori aumenti dal 9 luglio, data di fine del periodo negoziale di 90 giorni fissato dalla Casa Bianca.
Canada-Usa: relazioni tese, ma non interrotte
Nonostante gli alti e bassi, il Canada resta un partner strategico per gli Stati Uniti. Resta da vedere se il nuovo spiraglio negoziale porterà a una distensione duratura o a un nuovo scontro commerciale.