Bilancio Ue da 2.000 miliardi: investimenti record o tagli camuffati?

Difesa, innovazione, Ucraina: come verranno spesi i fondi del piano 2028-2034. Ma tra accuse di trionfalismo e scontento generale, la proposta von der Leyen è già sotto attacco

Bilancio da 2.000 miliardi: investimenti record o tagli camuffati?

La Commissione europea ha presentato una proposta di bilancio pluriennale da quasi 2.000 miliardi di euro per il periodo 2028-2034. Un piano definito “storico” da Ursula von der Leyen, che mira a rafforzare la competitività europea, la difesa comune, la politica estera e la capacità di risposta alle crisi. Ma i consensi sono pochi e le critiche trasversali.

Tre pilastri, tante polemiche

I fondi verranno distribuiti in tre grandi capitoli:

865 miliardi per agricoltura, coesione sociale e sviluppo regionale;

410 miliardi per un nuovo Fondo per la competitività (inclusi 131 miliardi per la difesa);

200 miliardi per il programma Europa globale, di cui metà destinati alla ricostruzione dell’Ucraina.

Altri fondi andranno a giustizia, protezione civile e mercato unico (292 miliardi), rimborso del debito Covid (168 miliardi), istruzione e valori europei (49 miliardi).

Meno programmi, più flessibilità

Il numero dei programmi scende da 52 a 16, con una quota non vincolata pensata per rispondere a emergenze future: sanitarie, ambientali o geopolitiche. Bruxelles propone anche nuove entrate proprie, come imposte su rifiuti elettronici, tabacco e grandi aziende, per un valore stimato di 60 miliardi.

Un piano che scontenta (quasi) tutti

Nonostante l’autoproclamazione di von der Leyen (“il bilancio più ambizioso di sempre”), il piano ha fatto esplodere le tensioni. Le critiche arrivano da tutti i gruppi politici, inclusi socialisti e popolari: troppe risorse per la difesa, tagli alla coesione sociale e centralizzazione a scapito delle regioni.

“Meno Europa sociale, più armi”

Il gruppo Left denuncia lo squilibrio tra spese militari e sociali, mentre il Ppe attacca l’idea del “fondo unico” gestito a livello nazionale, temendo che si smantelli la politica agricola e di coesione. Il messaggio è chiaro: l’Ue cambia rotta, ma la visione condivisa ancora manca.

Ora la parola a governi e Parlamento

La proposta dovrà ora essere approvata all’unanimità dai 27 Stati membri e negoziata con l’Europarlamento entro il 2027. La vera battaglia sul futuro dell’Europa è appena cominciata.

Fonte
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