
La ministra britannica Liz Kendall ha annunciato una revisione profonda del sistema previdenziale. Sotto la lente c’è l’età pensionabile, che oggi è fissata a 66 anni ma destinata a salire a 67 nel 2028 e a 68 entro il 2046. Secondo diverse fonti, il governo guidato da Keir Starmer potrebbe spingersi fino a 70 anni, seguendo l’esempio della Danimarca.
Pressione fiscale e conti in rosso
La decisione è spinta da forti preoccupazioni sui conti pubblici. L’Office for National Statistics (Ons) ha rivelato che il Regno Unito ha accumulato 20,7 miliardi di sterline di debito solo a giugno, 6,6 miliardi in più rispetto allo stesso mese del 2024. Una situazione che, secondo molti economisti, rende inevitabile una stretta fiscale e previdenziale.
Gli avvertimenti degli economisti
Sia l’Institute for Fiscal Studies (IFS) sia il National Institute of Economic and Social Research (NIESR) sottolineano che un aumento dell’età pensionabile non è obbligatorio, ma altamente probabile se il governo vorrà tenere sotto controllo la spesa. Altrimenti, dicono gli esperti, il peso sulle finanze pubbliche sarà insostenibile.
Rachel Reeves nella bufera
Nel frattempo, cresce il malcontento verso la cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves, accusata di una gestione economica poco efficace. La manovra finanziaria d’autunno potrebbe contenere nuovi aumenti delle tasse, alimentando le critiche e mettendo in difficoltà la credibilità dell’esecutivo laburista appena insediato.
Fine lavoro mai?
Se l’ipotesi dei 70 anni diventasse realtà, milioni di cittadini britannici vedrebbero allontanarsi il traguardo della pensione. Un cambiamento epocale che rischia di accendere forti proteste sociali, soprattutto tra i lavoratori delle fasce più deboli. La “fine del lavoro” sembra destinata a diventare una corsa a ostacoli senza fine.