Il conflitto tra Russia e Ucraina, con i suoi effetti a catena sull’intero continente, sta spingendo i Paesi europei a prepararsi anche sul fronte sanitario. Droni abbattuti in Polonia e timori di un’escalation militare hanno accelerato i piani di emergenza. Francia e Germania sono già al lavoro per riorganizzare i propri ospedali in vista di un eventuale afflusso di soldati feriti.
Anche l’Italia si attiva
Nel nostro Paese è stato istituito un tavolo tecnico permanente al Ministero della Salute, che si è già riunito più volte. Obiettivo: definire una “strategia nazionale di resilienza sanitaria” da attivare se dovesse scattare l’intervento Nato, con procedure che vanno dalla gestione dell’arrivo delle truppe al rientro dei feriti.
Le mosse di Parigi e Berlino
In Francia, una circolare del Ministero della Salute invita le agenzie sanitarie regionali a collaborare con la Difesa per predisporre strutture dedicate ai militari feriti. In Germania è stato presentato un piano simile, con l’obiettivo di rendere gli ospedali pronti a operare in uno scenario di guerra su larga scala.
Un piano in tre fasi per gli ospedali italiani
Il decreto che ha istituito il tavolo al Ministero prevede la definizione di linee guida per eventi C.R.B.N. (chimici, radiologici, biologici e nucleari) e per scenari di crisi legati all’attivazione degli articoli 3 e 5 del Trattato Atlantico.
Il piano prevede tre fasi operative:
- preparazione all’arrivo delle truppe;
- mobilità militare all’interno del territorio;
- rientro e gestione dei feriti da combattimento.
Collaborazione civile-militare
Il progetto punta anche a rafforzare il coordinamento tra sistema sanitario e forze armate, con esercitazioni congiunte, percorsi formativi comuni e protocolli unificati di gestione delle emergenze.
Un passo necessario, spiegano fonti ministeriali, per garantire che l’Italia sia pronta a rispondere a ogni scenario, anche quello più estremo.