
In sei decenni le Alpi italiane hanno perso oltre 170 chilometri quadrati di ghiacciai, una superficie equivalente a quella del lago di Como. È quanto emerge dal bilancio della Carovana dei ghiacciai, progetto di Legambiente e Fondazione Glaciologica Italiana che monitora lo stato di salute delle montagne.
Otto ghiacciai sotto osservazione
Cinque in Italia (Adamello e Ventina in Lombardia, Solda in Alto Adige, Bessanese e Ciamarella in Piemonte) e tre all’estero (l’Aletsch in Svizzera e due ghiacciai tedeschi sulla Zugspitze). Tutti mostrano la stessa tendenza: arretramento e riduzione di spessore, con poche eccezioni come l’Höllentalferner in Germania e il Montasio in Friuli, che resistono con fatica.
Permafrost in allarme
Oltre al ritiro glaciale, cresce la temperatura del permafrost alpino, in alcuni casi di oltre 1 °C nell’ultimo decennio. Sul ghiacciaio di Solda, ad esempio, il ghiaccio diventa sempre più scuro per l’accumulo di detriti e polveri, segnale di un rapido degrado.
L’appello di Legambiente
“Dati ed evidenze ci spingono a chiedere azioni urgenti di mitigazione: più rinnovabili, meno emissioni, e un piano nazionale di adattamento”, ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi, invoca invece un monitoraggio europeo coordinato, prendendo come esempio i modelli di gestione in Svizzera e Germania.
Montagna da vivere (e rispettare)
La Carovana ha denunciato anche i danni del turismo inconsapevole: sul sentiero verso il ghiacciaio del Ventina sono stati raccolti rifiuti di ogni tipo – plastica, mozziconi, tubetti di crema solare, persino un catetere. Segno che la montagna, oltre a essere fragile, ha bisogno di rispetto e tutela.