
Lamborghini ha introdotto la settimana lavorativa di quattro giorni per oltre 1.000 operai su 3.000 dipendenti totali. Il risultato? Maggiore produttività, meno assenze per malattia o infortuni, e più soddisfazione tra i lavoratori. “Funziona”, dice Umberto Tossini, responsabile HR del marchio di Sant’Agata Bolognese.
Organizzazione flessibile, risultati solidi
Nelle linee di montaggio delle supercar Revuelto e Temerario si alternano settimane da quattro e cinque giorni. Per la Urus e il reparto verniciatura, la rotazione è su base “due sì, una no”. I giorni liberi extra? In parte compensati dalla rinuncia a una quota di riposi. Ma l’equilibrio sembra funzionare.
Boom di assunzioni, ma lo sguardo resta prudente
Negli ultimi tre anni Lamborghini ha assunto mille persone. Altre 500 nuove risorse sono previste tra il 2024 e il 2025. Ma Tossini avverte: “L’automotive soffre di sovracapacità produttiva. Noi restiamo competitivi grazie a costi di struttura contenuti all’8% del totale”.
Stipendi al top, ma il contratto nazionale è in stallo
I lavoratori Lamborghini guadagnano il 40% in più rispetto al contratto dei metalmeccanici, anche grazie a un premio di produzione da quasi 6.000 euro. Intanto, però, la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale è bloccata. “Serve pragmatismo per superare il muro contro muro”, sottolinea Tossini.
Competenze da aggiornare e smart working flessibile
C’è poi un altro aspetto cruciale. Le competenze tecniche si “consumano” in fretta: durano tra i due e i cinque anni. Per questo Lamborghini sta ripensando la formazione interna, puntando su metodi più efficaci delle classiche lezioni frontali. Sul fronte dello smart working, si può lavorare da remoto fino a 12 giorni al mese, ma la media è di 5-6. A deciderlo? Sono direttamente i dipendenti.