“L’economista Rudi Dornbusch ha affermato che in economia, le cose ci mettono più tempo ad accadere di quanto si pensi, e poi accadono più velocemente di quanto si pensi. Questo descrive molto bene la situazione che affrontiamo oggi. La pandemia ha accelerato le tendenze preesistenti a un ritmo che non avremmo mai potuto immaginare. Nel 2022 ci sono possibilità per la nostra economia che nel 2019 sembravano lontane almeno un decennio”. A sostenerlo è Christine Lagarde, presidente della Bce.
“Le aziende – ha aggiunto - hanno digitalizzato le loro attività da 20 a 25 volte più velocemente di quanto avessero precedentemente ritenuto possibile. Si prevede che un giorno lavorativo su cinque sarà effettuato da casa dopo la fine della pandemia, rispetto a 1 solo su 20 di prima. E la richiesta di stili di vita più verdi è diventata fragorosa. Dopo aver accettato severe restrizioni per combattere la pandemia, il 70% degli europei è ora a favore di misure governative più severe per combattere il cambiamento climatico”.
“L’Europa – ha concluso - ha voluto a lungo passare a un’economia più sostenibile e più produttiva e ora abbiamo l’opportunità reale di farlo. Se capitalizziamo questo momento, la pandemia potrebbe accelerare la crescita della produttività del lavoro di circa l’1% l’anno entro il 2024, più del doppio del tasso raggiunto dopo la grande crisi finanziaria”.
Che cosa è la produttività del lavoro?
È una misura dell’efficienza del processo produttivo, data dal rapporto tra output e input. Scendendo nello specifico, la produttività del lavoro indica l’unità di prodotto per lavoratore (od ora lavorata) e rappresenta uno dei talloni d’Achille per la maggior parte delle economie avanzate e in particolare di quella italiana.
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