Il vento dell’eolico non soffia più

In dieci anni un crollo del 76%. Pesano la burocrazia e il movimento nimby (not In my back yard). Ma il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani dice: “Via la burocrazia, ripartiamo da sole e vento”

Il vento dell’eolico non soffia più

Ci sono numeri che spiegano bene un fatto economico. È il caso del settore eolico in Italia. Nel periodo compreso tra il 2012 e il 2014, nel momento della grande crescita del settore, in Italia sono stati autorizzati 2.463 megawatt di potenza installata per un totale di 114 nuovi impianti.

Nel triennio successivo, dal 2015 al 2017, le autorizzazioni sono scese a 1.186 megawatt per 62 impianti. Per arrivare al periodo più vicino a noi, dal 2018 al 2020, che ha visto il trend proseguire. Nel complesso, in dieci anni c’è stato un crollo del 76%.

Ma il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani sembra negare questi numeri e dice: “Via la burocrazia, ripartiamo da sole e vento. Per il Governo il Pnrr non sarà solo un piano post pandemia, ma vuole gettare le basi per il futuro del Paese e delle prossime generazioni. Il gas verrà usato solo per stabilizzare la rete elettrica. Rinnovabili al 70% entro il 2030, ma per l'idrogeno è ancora presto”.

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