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Due anni di tempo per liberarsi di tutti i combustibili fossili russi: è l’obiettivo del piano presentato il 6 maggio dalla Commissione europea, che intende azzerare entro il 2027 l’import di gas, petrolio e prodotti legati alla produzione di energia nucleare (a prescindere dagli sviluppi della guerra in Ucraina).
Strategia a geometria variabile
Gli acquisti di gas sul mercato spot (che rappresentano un terzo del volume di acquisti) verranno vietati entro la fine dell’anno, mentre quelli legati a contratti a lungo termine dovranno terminare “al più tardi entro il 2027” e le società energetiche europee saranno obbligate a condividere tutte le informazioni relative ai contratti in essere. Ungheria e Slovacchia, che continuano a importare il petrolio russo, dovranno liberarsene entro il 2027.
Nove azioni concrete per tagliare i ponti con Mosca
“È giunto il momento che l’Europa interrompa completamente i suoi legami energetici con un fornitore inaffidabile”, ha detto Ursula von der Leyen, che ha messo a punto nove azioni concrete per tagliare i ponti con Mosca cercando al tempo stesso di salvaguardare la sicurezza degli approvvigionamenti e la stabilità dei prezzi energetici.
10 Paesi continuano a importare metano dalla Russia
L’Ue ha già adottato diverse misure per ridurre l’import di prodotti dalla Russia, anche in ambito energetico, ma il settore nel quale ci sono state più resistenze è stato quello del gas. Nonostante la netta riduzione degli acquisti (nel 2021 il gas russo rappresentava il 45% del totale di quello importato nell’Ue e nel 2024 la quota è scesa al 19%), dieci Stati continuano a importare metano dalla Russia: 52 miliardi di metri cubi, di cui 32 tramite gasdotto e 20 in forma liquefatta.