Imprese dell’energia: +60% di fatturato, ma non pagano le tasse

Con un decreto le imprese energetiche sono state obbligate in Italia ad applicare un’aliquota del 25% sugli extraprofitti ottenuti grazie all’aumento dei prezzi di gas e petrolio. Ma con la scadenza prevista lo scorso 30 giugno, dei 4,2 miliardi di euro attesi con la prima rata, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo

Imprese dell’energia: +60% di fatturato, ma non pagano le tasse

Se, a causa dei rincari di luce e gas, molte imprese sono a rischio chiusura, altre invece, sfruttando questa congiuntura così negativa, hanno registrato fatturati da capogiro. È il caso delle imprese energetiche presenti in Italia che, nei primi 5 mesi di quest’anno hanno visto aumentare i ricavi, rispetto allo stesso periodo del 2021, del 60%. Si fa qui riferimento alle attività industriali estrattive di materie prime energetiche (come il petrolio, il gas naturale, etc.) e dell’industria della raffinazione. Ad affermarlo è l’Ufficio studi della Cgia.

Con riferimento al periodo gennaio-maggio, la crescita del fatturato delle imprese del settore energetico nel 2019 è stata dello +0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; successivamente, in piena pandemia i ricavi invece sono crollati del 34,6% (gennaio-maggio 2020 sullo stesso periodo anno precedente); diversamente, nei primi 5 mesi del 2021 la variazione è stata del +19,%. Quest’anno, infine, il fatturato ha subito un’impennata impressionante che, come detto, è stata del +60%.

Anche se non necessariamente ad un aumento del fatturato corrisponde un analogo incremento dell’utile, appare tuttavia evidente che il risultato economico di questo settore nell’ultimo anno è stato molto positivo. E, anche per una questione di solidarietà e di giustizia sociale, queste realtà dovrebbero versare almeno quanto imposto dallo Stato con un decreto per aiutare economicamente le famiglie e le imprese più in difficoltà: le aziende energetiche sono state obbligate ad applicare un’aliquota del 25% sugli extraprofitti ottenuti grazie all’aumento dei prezzi di gas e petrolio.

Invece, le grandi imprese energetiche si sono ben guardate dal farlo. Almeno con la prima scadenza prevista lo scorso 30 giugno. Dei 4,2 miliardi di euro attesi con la prima rata, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo. Se la nuova norma per recuperare queste mancate entrate inserita nel ‘decreto Aiuti bis’ non dovesse avere effetto, l’erario potrebbe perdere quest’anno oltre 9 miliardi dei 10,5 previsti con l’introduzione di questa tassazione sugli extraprofitti.

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