La proposta francese per riformare l’imposta sull’eredità

Una commissione di noti economisti ha presentato al governo francese alcune proposte (estendibili agli altri paesi) per riformare l’imposta di successione, affinché diventi uno strumento utile per ridurre le disuguaglianze

La proposta francese per riformare l’imposta sull’eredità

Una commissione di 26 noti economisti, guidata da Olivier Blanchard e Jean Tirole, ha presentato in giugno al governo francese varie proposte per affrontare tre temi economici e sociali considerati urgenti: il cambiamento climatico, le disuguaglianze e l’invecchiamento demografico. Nel capitolo sulle disuguaglianze gli economisti propongono, tra le altre cose, di rivedere l’imposta di successione, affinché diventi uno strumento utile per “livellare i punti di partenza” e migliorare la mobilità intergenerazionale.

Ad oggi, l’imposta genera un gettito esiguo rispetto al totale delle entrate (anche se di tredici volte superiore, rispetto al gettito totale, al gettito dell’imposta di successione italiana), soprattutto a causa della base imponibile ristretta, ed è al contempo largamente impopolare.

Partendo da questi punti, la commissione propone di tassare il valore complessivo di eredità e donazioni ricevute dal beneficiario, anziché il singolo trasferimento, e limitare le tipologie di beni esenti dall’imposta. In questo modo si otterrebbe una base imponibile più ampia a cui applicare aliquote progressive e franchigie abbastanza alte da non penalizzare la classe media.

Attualmente un sistema simile è utilizzato solo in Irlanda. Qui, se un figlio riceve per la prima volta una donazione dal genitore di 135.000 euro, non pagherà alcuna imposta poiché è al di sotto della franchigia di 335.000 euro. In seguito, se riceve un’eredità dal genitore di 300.000 euro, il valore complessivo dei trasferimenti ricevuti è di 435.000 euro (135.000 + 300.000) e pagherà l’imposta sui 100.000 eccedenti la franchigia.

La Commissione evidenzia però la necessità di approfondire le potenziali criticità nella gestione dell’imposta e i rischi di elusione fiscale.

FOCUS - Come funziona oggi l’imposta di successione in Francia e in Italia?

Sebbene le imposte di successione abbiano strutture simili in Italia e in Francia, il gettito in quest’ultima è quindici volte più elevato a causa di aliquote più alte e di minori franchigie. In Italia, l’imposta su successioni e donazioni si applica su eredità e donazioni tra vivi. La base imponibile è il valore del singolo trasferimento ricevuto (al netto di debiti e oneri deducibili) eccedente la franchigia. Le aliquote e le franchigie sono differenziate a seconda del grado di parentela tra chi effettua e chi riceve il trasferimento. Inoltre, le aliquote non sono progressive, ma costanti. Per il trasferimento a favore del coniuge o di parenti in linea retta (figli, nipoti dei nonni, genitori), l’aliquota è del 4% e la franchigia di 1 milione di euro. Per i trasferimenti a favore di fratelli o sorelle, l’aliquota sale al 6% e la franchigia scende a 100.000 euro.

In Francia, per i parenti in linea retta la franchigia è solo di 100.000 euro e le aliquote vanno dal 5 al 45%, mentre per fratelli e sorelle la franchigia è di circa 15.000 euro e le aliquote vanno dal 35 al 45%. I trasferimenti tra coniugi sono esenti dalla tassazione sulla successione, ma non da quella sulle donazioni. La struttura dell’imposta è simile anche nella maggior parte dei paesi Ocse, con aliquote e franchigie che variano da paese a paese, ma sempre legate al grado di parentela.

In Italia, diversi beni sono esenti dall’imposta, in particolare:

• i titoli di stato italiani e di altri paesi Ue;

• le aziende, i rami di azienda o le quote di controllo in società di capitali, se i parenti in linea retta o il coniuge proseguono nell’esercizio dell’attività per un periodo di almeno cinque anni dalla data del trasferimento;

• il Tfr e le prestazioni erogate dai fondi di previdenza complementare; • i veicoli iscritti nel Pubblico registro automobilistico;

• le polizze assicurative sulla vita.

Alcuni di questi beni – le pensioni integrative, le polizze vita, le imprese di proprietà della famiglia – sono soggetti a trattamenti favorevoli nella maggior parte dei paesi Ocse, ma spesso non sono esenti al 100%. In Francia le imprese di famiglia sono esenti per il 75% del valore di mercato (se i beneficiari mantengono la proprietà per almeno quattro anni) e le polizze assicurative sulla vita sono esenti sino a 150.000 euro. Nella maggior parte dei paesi europei anche la prima casa è soggetta a trattamenti favorevoli: in Francia è esente per il 20% del suo valore di mercato, se il beneficiario è il figlio/coniuge e vive nella casa al momento della morte del genitore/coniuge. In Italia per la prima casa non è previsto alcun trattamento differenziato, ma il valore su cui è calcolata l’imposta non è quello di mercato, bensì il valore catastale solitamente inferiore.

Per effetto di queste differenze, in Italia il gettito dell’imposta di successione in rapporto al gettito totale è dello 0,11% al 2019, contro l’1,38% per la Francia (e lo 0,53% della media Ocse).

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