
Secondo una ricerca del Barrow Neurological Institute, pubblicata su JAMA, le persone che abitano entro 5 km da un campo da golf negli Stati Uniti presentano oltre il doppio delle probabilità di sviluppare il morbo di Parkinson rispetto a chi vive più lontano. Il sospetto principale è l’uso massiccio di pesticidi per mantenere i prati dei campi da golf, che potrebbero infiltrarsi nelle falde acquifere e contaminare l’acqua potabile.
Pesticidi e Parkinson: un legame sempre più evidente
Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra l’esposizione a pesticidi e l’aumento del rischio di Parkinson. Ad esempio, una metanalisi pubblicata su Neurology ha mostrato che l’esposizione a pesticidi e solventi è associata a un aumento del 60% del rischio di sviluppare la malattia. Inoltre, alcuni pesticidi, come il paraquat e il rotenone, sono noti per indurre una neurodegenerazione simile al Parkinson nei modelli animali, attraverso meccanismi che coinvolgono stress ossidativo e disfunzione mitocondriale.
L’importanza dell’acqua potabile
Lo studio ha anche analizzato la vulnerabilità delle falde acquifere in prossimità dei campi da golf. I risultati indicano che le aree servite da pozzi poco profondi o vulnerabili alle infiltrazioni presentano un rischio maggiore di contaminazione da pesticidi. Questo rafforza l’ipotesi che l’acqua potabile possa essere una via significativa di esposizione a queste sostanze nocive.