L’errore di Conte. Che ora corre ai ripari

Giuseppe Conte si appresta martedì a salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni. In tal modo il suo governo evita di andare sotto in Parlamento sulla relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede prevista per mercoledì-giovedì. “Aspettiamo ancora la commissione tecnica sulla prescrizione che aveva promesso Conte – attacca Pier Ferdinando Casini - per non parlare delle intercettazioni i cui abusi continuano a piene mani e della vicenda non chiarita della rivolta nelle carceri”.

L’errore di Conte. Che ora corre ai ripari

Rimettendo il mandato nelle mani di Mattarella, Conte dribbla la scivolata sulla relazione di Bonafede e apre la strada a un nuovo incarico (il terzo) da parte del presidente della Repubblica con il fine di puntare su una maggioranza più robusta. Cosa, evidentemente impossibile se il premier si dimettesse dopo esser andato sotto in Parlamento.

“A mio parere Conte è nelle condizioni di svelenire il clima in 24 ore, non in 48, facendo quello che doveva fare la sera delle dimissioni delle ministre di Iv – aggiunge Casini -. Deve andare al Quirinale e rimettere il mandato e riportare così tutto al confronto politico e, forte del reincarico, recuperare il dialogo con Renzi.”

“Il tema elezioni serve a esasperare e spingere qualche parlamentare a sostenere il governo – conclude il senatore -. Il tema vero è una crisi che è ancora aperta. La rincorsa ai responsabili ha la colpa di uccidere la credibilità del governo. Il punto è la politica. Quando è sostituita dall'aritmetica è la fine, quando un governo fa il conto con il pallottoliere cade. Ricordatevi di Prodi e Berlusconi".

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