
Doveva essere l’appuntamento per dare impulso concreto alla rinascita dell’Ucraina a seguito di una tregua. Ma con il cessate il fuoco che resta lontano, la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma diventa occasione per ribadire l’appoggio occidentale a Volodymyr Zelensky, giunto con l’occasione in Italia dove ha visto prima il Papa e poi Sergio Mattarella che ha ribadito la “ferma posizione” di “pieno sostegno” dell’Italia all’Ucraina, sottolineando che “la sicurezza di Kiev si indentifica con la sicurezza europea”.
Con la partecipazione inedita da Roma anche dell’inviato Usa per l’Ucraina, il generale Keith Kellogg, come a indicare un rinnovato slancio statunitense a sostegno della lotta di Kiev mentre volano gli stracci tra Trump e Putin.
Oltre alla premier e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, la due giorni romana vede impegnato tutto il governo, pronto ad accogliere a Roma 5.000 partecipanti, fra cui circa 100 delegazioni governative e 40 di organizzazioni internazionali - incluse le principali banche di sviluppo - e 2.000 aziende e rappresentati di autonomie locali e società civile e oltre 500 giornalisti accreditati che seguiranno i lavori articolati su quattro “dimensioni: imprenditoriale; umana; locale e regionale; riforme nel percorso di adesione all’Ue.
Partecipano ai lavori 50 tra ministri e capi di Stato e di governo, tra cui la leader della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier polacco Donald Tusk che con Meloni e Zelensky apriranno la conferenza.