
Un documento riservato, visionato dal Washington Post, rivela i contorni del cosiddetto piano Great Trust per Gaza. L’idea: trasformare l’enclave palestinese in una “Riviera del Medio Oriente”, con resort di lusso, città smart e poli high-tech, sotto amministrazione fiduciaria statunitense per almeno dieci anni.
Evacuazioni "volontarie" e incentivi economici
Il piano prevede il trasferimento temporaneo di oltre 2 milioni di abitanti. Ai palestinesi che scelgono di lasciare Gaza verrebbero offerti 5.000 dollari in contanti, sussidi per quattro anni di affitto e un anno di forniture alimentari. Chi possiede terreni riceverebbe token digitali, da convertire in nuove abitazioni o come credito per ricostruire altrove.
Investimenti e ritorni economici
Il progetto, stimato in 100 miliardi di dollari, punta a generare un ritorno quasi quadruplo in dieci anni. La pianificazione finanziaria, curata da consulenti legati al Boston Consulting Group, considera più economico incentivare le partenze piuttosto che mantenere i residenti in zone protette con servizi di “supporto vitale”.
I protagonisti del piano
Dietro il Great Trust ci sarebbero alcuni promotori israeliani già attivi con la Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Usa e Israele. Nella recente riunione alla Casa Bianca, riferisce il Wp, erano presenti Marco Rubio, Steve Witkoff, Tony Blair e Jared Kushner. Obiettivo: dare forma alla visione di Donald Trump di una “Gaza Riviera”.