Il rinvio di Trump sui dazi irrita Bruxelles, non è un atto di generosità

L’Unione europea teme che la decisione del presidente degli Stati Uniti di rinviare di trenta giorni l’inizio delle nuove tariffe su acciaio e alluminio possa compromettere l’agognata ripresa economica del Vecchio continente

Il rinvio di Trump sui dazi irrita Bruxelles, non è un atto di generosità
Donald Trump, il suo mandato scade nel 2020

L'Ue è infastidita per la nuova decisione di Trump di rinviare di 30 giorni l'avvio dei dazi su alluminio e acciaio. L'accusa è che così facendo rischia di lasciare l’economia globale in un limbo.

Guerra commerciale

Per questo in Europa la sospensione statunitense non è stata vista come un atto di conciliazione, ma come un altro mese di incertezza. In ogni caso, Bruxelles ha ribadito che “non negozierà sotto minaccia”. Un clima da guerra fredda, eppure il Vecchio Continente è il principale partner commerciale degli Stati Uniti.

Intanto salgono i prezzi dell’acciaio

Ma l'imprevedibilità di Trump sta cogliendo di sorpresa anche le imprese. I grandi “divoratori” di metalli, come i produttori di automobili e le aziende di costruzione, stanno accumulando scorte in previsione di una guerra commerciale. Di conseguenza, i prezzi dell’acciaio sono subito saliti.

Rischi crescenti per l’Europa

Il comportamento di Trump sta, così, alimentando l'ansia in Europa che la tanto attesa ripresa economica perda di nuovo slancio. La minaccia di una trade-war, infatti, si aggiunge ad altri rischi che inducono le imprese ad essere meno disponibili a investire e creare posti di lavoro: l'imminente fine dello stimolo della Bce, la Brexit e il blocco politico in Italia.

Berlino si allontana da Bruxelles?

Mentre i funzionari di Bruxelles considerano le tariffe pianificate su acciaio e alluminio come una violazione dei trattati internazionali, la Germania - il paese che ha più da perdere – si mostra ora disponibile a trattare con gli Usa, anche perché l’acciaio rappresenta circa 1/5 delle esportazioni tedesche extra-Ue.

Il vero obiettivo di Trump

Per il momento, tra i due litiganti, Stati Uniti e Ue, a godere è il terzo, la Cina. Bruxelles lo sa e vorrebbe cooperare con Washington per fare pressione sul governo di Pechino su aspetti nevralgici come la protezione della proprietà intellettuale. Ma Trump sembra più attratto dall’idea di insidiare l’Unione europea creando una frattura tra Berlino e Bruxelles.

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