La guerra segreta di Kiev e i ‘false flag’ organizzati da Mosca

Nel mirino ucraino ci sono i depositi di petrolio nella Federazione. I missili russi cadono sulle ferrovie ucraine: “Fermiamo la consegna delle armi a Kiev”. Mosca aumenta la pressione sulla Moldavia

La guerra segreta di Kiev e i ‘false flag’ organizzati da Mosca
Transnistria

L’ultima operazione della guerra segreta che gli ucraini hanno deciso di portare in profondità nel territorio russo arriva a Bryansk, a cento chilometri dal confine. Due incendi disastrosi e simultanei scoppiano in due grandi depositi di carburante vicino alla città, uno civile della compagnia Rosneft che contiene diecimila tonnellate di diesel e un altro - a meno di due chilometri - che ne contiene cinquemila. Nella guerra segreta di Kiev ci sono dunque nel mirino i depositi di petrolio in Russia. E c’è chi parla di droni kamikaze.

Intanto la strategia russa ha fatto un altro step. Erano l’ultimo santuario, l’unico rimasto sicuro dall’inizio dell’invasione, che ha garantito la fuga dei profughi dalle città travolte dai combattimenti; i rifornimenti per la resistenza; gli spostamenti dei giornalisti e i viaggi dei politici stranieri a Kiev. Si parla della rete ferroviaria. Ma il Cremlino ha ormai deciso di spezzare i binari della speranza. I missili di Mosca sono caduti sulle ferrovie ucraine. L’obiettivo dichiarato è quello di fermare la consegna delle armi a Kiev. Le incursioni - le fonti russe parlano di sei - sono state pianificate con precisione. L’attacco a poche ore dopo la visita dei ministri americani Blinken e Austin, che hanno usato proprio il treno per raggiungere la capitale.

Allo stesso tempo, Mosca non allenta la presa sull’Ucraina a est e sud-est. Il lungo e assolato fine settimana della Pasqua ortodossa è stato rotto da alcune esplosioni a Tiraspol, capitale della Transnistria, la regione separatista al confine con l'Ucraina. Un segnale che comincia a far pensare a un epilogo da Donbass anche per la Moldavia, a uno scenario di pretesti e 'false flag' organizzati da Mosca per sferrare un attacco al Nord del Paese con la scusa di dover annettere “i russi oppressi” di quell’area, come li ha definiti la settimana scorsa il generale del Cremlino Rustam Minnekayev, che ha prefigurato un futuro di occupazione russa per Chisinau. Gli analisti che hanno esaminato le foto di Tiraspol sostengono che i colpi siano partiti da un lanciagranate esclusivamente in uso all'esercito russo, il Tavolga RPG-27.

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