
Il Fondo Monetario Internazionale conferma le stime per l’Italia: +0,5% nel 2025 e +0,8% nel 2026, dopo il +0,7% registrato nel 2024. Il debito pubblico continua però a salire, dal 135,3% del PIL nel 2024 al 138,3% nel 2026, mentre la disoccupazione si attesta al 6,7%, sopra la media dell’Eurozona. La crescita resta modesta, ma migliore (in termini percentuali) di quella tedesca, a conferma della resilienza dell’economia italiana nonostante inflazione e stretta monetaria.
Europa, locomotive rallentate
Il FMI rivede leggermente al rialzo le stime per la Francia (+0,7% nel 2025, +0,9% nel 2026) e conferma quelle per la Germania (+0,2% e +0,9%).
Nel complesso, l’Eurozona crescerà dell’1,2% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026. Secondo il Fondo, la regione resta appesantita da elevata incertezza geopolitica, tensioni commerciali e costi energetici ancora instabili.
Stati Uniti: la locomotiva occidentale
Dopo un brillante +2,8% nel 2024, gli USA rallentano ma restano la potenza trainante: +2% nel 2025 e +2,1% nel 2026.
L’FMI avverte però che un’ulteriore escalation dei dazi tra Washington e Pechino potrebbe pesare sulla crescita globale. I dazi restano “ben lontani dai livelli del 2024” e le tensioni commerciali continuano a “minare fiducia e investimenti”, avverte il Fondo.
Asia in vantaggio: Cina e India trainano i BRICS
L’Asia resta il motore della crescita globale. La Cina cresce del +4,8% nel 2025 e del +4,2% nel 2026, ma il FMI parla di un’economia “a rischio debito-deflazione”, zavorrata dalla crisi immobiliare e da una domanda interna debole. L’India, invece, vola: +6,6% nel 2025 e +6,2% nel 2026, confermandosi il Paese in più rapida espansione tra le grandi economie.
BRICS ed emergenti: crescita disomogenea
Tra gli altri membri dei BRICS, il Brasile segnerà +2,4% nel 2025 e +1,9% nel 2026; il Sudafrica +1,1% e +1,2%. La Russia rallenta bruscamente: dopo un +4,3% nel 2024, il PIL dovrebbe fermarsi a +0,6% nel 2025, penalizzato da sanzioni, guerra e calo dell’export energetico.
Il FMI sottolinea come i paesi emergenti restino più dinamici dei Paesi avanzati, ma vulnerabili a shock commerciali e politici.
FMI: “Rischi da IA e populismo economico”
Il Fondo lancia l’allarme: “Pressioni politiche sulle banche centrali” e attese troppo ottimistiche sull’intelligenza artificiale potrebbero destabilizzare i mercati. Se il boom dell’IA non dovesse confermarsi, si rischierebbe un crollo paragonabile alla bolla dot-com del 2001, con effetti a catena su consumi e finanza.
Outlook globale: 3,2% nel 2025, ma sotto i livelli pre-pandemia
Il PIL mondiale salirà del 3,2% nel 2025 e del 3,1% nel 2026, ma resta lontano dal 3,7% medio pre-Covid. “L’economia globale si adatta, ma la fiducia resta fragile”, ha avvertito il capo economista del FMI Pierre-Olivier Gourinchas.