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Il primo trimestre degli Stati Uniti a guida Donald Trump segna una frenata dell'economia, caratterizzata soprattutto dal crollo delle esportazioni nette (diminuite di quasi cinque punti in rapporto al Pil) e dall’impennata delle importazioni (aumentate di oltre il 40%).
Prima frenata dal 2022 per il Pil Usa
Il Pil si è ridotto dello 0,3% fra gennaio e marzo 2025. Si tratta della prima contrazione dal 2022. Nel trimestre precedente, l’ultimo del 2024, il Pil era cresciuto del 2,4%.
Trump accusa Biden e promette “boom economico”
Secondo il presidente Trump, però, non sono stati i dazi ad aver causato il rallentamento, bensì gli strascichi dell’amministrazione Biden. “I dazi entreranno presto in vigore – ha scritto su Truth – e le aziende stanno tornando negli Stati Uniti come mai prima d’ora. L’economia americana vivrà un boom, ma dobbiamo prima liberarci dell’eredità lasciata da Biden. Servirà un po’ di pazienza, ma quando ripartiremo sarà qualcosa di straordinario”.
I dazi tra le cause del calo del Pil Usa
Secondo alcuni analisti, il picco nelle importazioni potrebbe essere legato alla corsa delle imprese per anticipare l’introduzione delle nuove tariffe doganali e sfruttare ancora il quadro precedente alla riforma commerciale di Trump.
Anche il mercato del lavoro Usa è in frenata
A fine 2024, l’economia americana mostrava segnali robusti: crescita al 2,4% annuo, piena occupazione e inflazione in discesa. Ma, ad aprile, anche la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato ha subito un netto rallentamento, restando al di sotto delle previsioni.
Scenari possibili per l'economia Usa
I dati sul Pil e sul lavoro non potevano che agitare ulteriormente i mercati finanziari. Per quasi un secolo, gli Stati Uniti sono stati la destinazione finale del denaro nel mondo. Ora, gli investitori temono all’improvviso che questo potrebbe non essere più vero, e le conseguenze potrebbero essere drammatiche.