Israele, i disastrosi effetti economici della guerra

Sale il debito pubblico, aumentano le tasse, congelate le assunzioni

I disastrosi effetti economici della guerra
Tel Aviv

Quest’anno Israele ha intenzione di emettere nuovo debito per sessanta miliardi di dollari, congelare le assunzioni nell’amministrazione pubblica e aumentare le tasse, con l’obiettivo di raddoppiare le spese militari legate alla guerra scoppiata nella striscia di Gaza dopo il feroce attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Finora il conflitto ha prodotto pesanti conseguenze (anche) per l’economia nazionale, che nell’ultimo trimestre del 2023 si è contratta di quasi il 20 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. In tutto il 2023 le entrate dello stato sono state più basse di dodici miliardi di shekel (circa tre milioni di euro) rispetto alle previsioni di bilancio.

Il declino è arrivato dopo che il governo ha mobilizzato trecentomila riservisti, mentre decine di migliaia di persone sono state dislocate lontano dalla propria abitazione nel nord e nel sud di Israele. I consumi sono crollati e il sistema produttivo ha dovuto rinunciare a circa 150mila lavoratori palestinesi provenienti dalla Cisgiordania.

Al contempo, salirà il carico fiscale: nel 2025 l’Iva passerà dal 17 al 18 per cento, mentre già quest’anno saliranno le tasse sul fumo e sulle banche, e l’amministrazione pubblica congelerà gli aumenti retributivi.

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