Tokyo prende le distanze da Pechino. E strizza l’occhio a Washington

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Il Giappone destinerà 386,6 miliardi di yen (circa 2,8 miliardi di dollari) agli investimenti nei semiconduttori per stimolare la produzione domestica. La terza economia al mondo ha definito i semiconduttori come beni fondamentali per la vita quotidiana e le attività produttive ai sensi di una legge sulla sicurezza economica emanata nel 2022.

Gli investimenti saranno dedicati sia alle società nipponiche sia a quelle estere che investono nel paese del Sol Levante. In cambio dei sussidi emanati dal ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria giapponese, le aziende dovranno continuare a produrre semiconduttori per i prossimi dieci anni, dando priorità alle spedizioni nazionali nelle eventuali fasi di difficoltà.

Intanto la più grande azienda di semiconduttori al mondo – la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (Tsmc) – sta costruendo il suo primo stabilimento in Giappone nella prefettura di Kumamoto. Una scelta che sottolinea come la sfida tra Stati Uniti e Cina per il controllo della filiera dei semiconduttori funga da stimolo per i paesi ‘alleati’, europei e asiatici, ad adottare nuove politiche industriali per provare a sganciarsi dal mercato cinese.

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