Cosa è il potere?

Tutti credono che il potere sia incarnato da chi compare in tv. Sbagliato. Il potere è invisibile. Sta sotto, negli apparati, in quello che viene definito ‘deep State’.

Roberto D’Agostino

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Cosa è il potere?

Riportiamo di seguito alcuni passaggi di un’intervista rilasciata ad ‘Oggi’ da Roberto D’Agostino e firmata da Stefano Lorenzetto.

Definizione di potere. “La Dc erano dieci partiti legati come un fascio e ha governato per 40 anni. Nella Capitale si contano più di 30 circoli: nautici, golfistici, venatori, scacchistici, tennistici, ippici. Oh, saremo mica diventati tutti canottieri? Più che circoli ristretti, diciamo che sono logge. Devi conoscerne le regole e rispettarle. Per essere ammessi in quei club esclusivi devi esibire un’unica patente: l’affidabilità”.

La prima volta in cui vide il potere da vicino? “Fu quando Francesco Cossiga si rivolse a me perché veniva ritenuto un folle e quindi nessun organo di stampa gli pubblicava i comunicati, neppure l’Adnkronos del suo amico Pippo Marra. Una mattina sono nel suo studio di via Quirino Visconti. Da Washington chiamano Kossiga, l’amerikano con la kappa: gli Usa hanno bisogno di far decollare dall’Italia i loro cacciabombardieri per la guerra nel Kosovo. L’ex presidente telefona al premier Romano Prodi, il quale da buon cristiano gli obietta che lui non uccide e nega il permesso. Allora Cossiga cerca Massimo D’Alema, che pur di prendere il posto di Prodi avrebbe sganciato una bomba atomica. ‘Vuoi diventare presidente del Consiglio?’, gli chiede. Conclusione: D’Alema è il primo comunista a diventare capo del governo italiano e gli americani possono far partire gli aerei dal Belpaese”.

Il potere è tollerante? “Scherza? Lei non ha idea di che cosa mi hanno fatto in 24 anni quelli che comandano: intimidazioni, querele, la Guardia di finanza che viene a sigillarmi la casa, la pubblicità che sparisce. Io non ho alle spalle John Elkann o Carlo De Benedetti”.

Alla fine cosa è il potere? “Tutti credono che sia incarnato da chi compare in tv e sui giornali. Sbagliato. Il potere è invisibile. Sta sotto, negli apparati, in quello che viene definito ‘deep State’, lo Stato profondo: Consulta, Corte dei conti, Ragioneria generale, servizi segreti, funzionari dei ministeri. Si fanno chiamare ‘servitori dello Stato’, non sono né di destra né di sinistra. I politici passano, loro restano. Rimasero persino dopo la caduta di Benito Mussolini”.

Come è messa l’Italia? “Siamo indebitati fino al collo. Il potere ce l’ha la nostra creditrice, l’Ue. E scopriamo che l’Avvocato Gianni Agnelli è stato il più grande evasore fiscale di questo Paese, ecco che cosa resta del suo mito”.

Giorgia Meloni? “All’inizio le avevo dato fiducia: l’ho chiamata la Draghetta. Quelli sopra di lei speravano che diventasse una democristiana, che creasse un vero partito conservatore. Invece è stata colta dalla sindrome di Carlito’s way, ha presente? Al Pacino esce dal carcere, vuol cambiare vita, ma il passato lo trapassa: arrivano le cambiali da pagare e resta incastrato. Meloni s’è sentita dire dallo zoccolo duro del Msi: ‘Ahó, siamo stati per mezzo secolo nelle fogne, ora ci prendiamo ciò che è nostro’. E lei, che non si fida di nessuno, ha trovato nei vecchi sodali della sezione Colle Oppio la sua sicurezza. È diventata la Ducetta. Ha scambiato l’autorevolezza con l’autoritarismo”.

I social? “Tutti i social, da Facebook a X, appartengono alla tragedia dell’essere umano. Siamo d’accordo sul fatto che Aristotele e Platone erano un po’ più acculturati di Matteo Salvini? Ebbene, perché i Greci crearono la filosofia, il teatro, le arti, l’Olimpo, Zeus, Venere, cioè un mondo parallelo? E noi perché abbiamo inventato il cinema e la tv? Perché quando ci guardiamo allo specchio non ci piace ciò che appare, vediamo l’insoddisfazione più totale. Internet appaga le attese e le pretese dell’uomo”.

Idee e ideali: ci sono ancora? “La disperazione che vedo in giro nasce dal fatto che non esistono più né idee né ideali né ideologie: abbiamo solo noi stessi. Il corpo è il display per mostrare agli altri non ciò che siamo, ma ciò che vorremmo essere. Sparita la realtà, siamo diventati una fiction”.

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