
Un dirigente della Camera ha lasciato un fascicolo anonimo sui banchi del Copasir, destinato a Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia). All’interno, calunnie, insinuazioni a sfondo sessuale e accuse sulla gestione della Commissione che si occupa della sicurezza nazionale, i cui lavori sono secretati.
Il passo falso del “corvo”
Il protagonista della vicenda ha commesso un errore fatale: ha dimenticato che l’auletta del Copasir è sorvegliata da telecamere a circuito chiuso. Identificato in poche ore, è stato sospeso e sottoposto a procedimento disciplinare che, secondo indiscrezioni, si concluderà con sanzioni pesanti.
L’ombra di Roberto Cerreto
A finire nei guai è Roberto Cerreto, dirigente apicale con delega a tutte le commissioni bicamerali, una carriera da “grand commis” tra ministeri e governi: dai Ds di D’Alema a stretto collaboratore di Enrico Letta, da capo di gabinetto di Maria Elena Boschi e Roberto Cingolani fino al governo Draghi. Cerreto, insignito Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica, è anche membro del CdA dell’Università Cattolica – Policlinico Gemelli.
L’ipotesi del movente
Secondo varie ricostruzioni, l’obiettivo sarebbe stato screditare alcuni candidati al ruolo di vicesegretario generale della Camera, carica assegnata ad agosto. Nel plico erano riportati riferimenti agli orientamenti personali di consiglieri parlamentari e accuse sulla gestione del Copasir, dove sarebbero “scomparsi” documenti classificati.