La figlia di Cossiga: “Aldo Moro? Mio padre di notte diceva: sono stato io a ucciderlo”

Francesco Cossiga

Poi - ricorda Anna Maria - “tutto cambiò con il delitto di Aldo Moro. Per un lungo periodo non ne ha parlato. Lo capivo: si fa fatica a confidarsi con i figli quando sono ragazzi. Ma il suo dolore era visibilmente somatizzato: i capelli gli diventarono bianchi, la pelle macchiata dalla vitiligine. Si sentiva responsabile di quella morte. Capitava che di notte si svegliasse dicendo: “L’ho ucciso io””. Ma “aveva un enorme affetto per lui, che era stato il suo maestro politico”. 

Albergavano due personalità nell’animo di Cossiga. Il primo ipercritico, pessimista e distruttore. Il secondo impegnato a piacere, divertirsi e sedurre. “Sapeva di avere una personalità ambivalente e ne aveva fatto una tecnica di combattimento politico”, commenta la figlia.


E quando, dopo 5 anni da presidente-notaio, cominciò a picconare disse ad Anna Maria: “Nulla di preoccupante. Cerco di divertirmi e dico tutte le cose che penso, in libertà”. “Considerato quel che è accaduto dopo, non so quanto si sia divertito, ma ha almeno saputo guardare lontano - dice la figlia -. Come la profetessa Cassandra, condannata a non esser mai creduta”.