“Rousseau non è uno strumento che accendi o spegni quando ti serve, ma un modello di partecipazione che ha raggiunto piena maturazione”. A dirlo è la numero due dell’associazione. Enrica Sabatini, socia dell'associazione Rousseau, che di fatto guida assieme a Davide Casaleggio, prova ad aprire un nuovo scenario, alimentando il sempre più probabile divorzio (definitivo) dal M5s.
Sabatini e Casaleggio hanno appena presentato il manifesto ‘controvento’: per un bel pezzo di M5S è un atto ostile, una iniziativa politica non concordata. Ma di cosa si tratta? “È un insieme di principi, valori e regole che definiscono lo spazio di azione col quale poter esercitare pienamente quel ruolo di garanzia che la base di iscritti ci chiede a gran voce”, spiega a Repubblica Sabatini.
Visto che con il Movimento la collaborazione è ormai al capolinea i due cercano di mettere sul mercato la piattaforma. O, meglio, l’idea che i cittadini possano partecipare attivamente attraverso non più le vecchie e obsolete sezioni di partito, bensì con uno strumento digitale.
Il sistema sperimentato per la prima volta in Italia con il Movimento fondato da Beppe Grillo ha fatto acqua da tutte le parti: basso il numero di iscritti, quesiti a volte fuorvianti, gestione spesso poco chiara. Ma è anche vero che quasi tutte le innovazioni evidenziano limiti grossolani nelle prime fasi di sperimentazione. Quello che potrebbe avere un futuro è l’idea di partecipazione digitale dei cittadini (a qualche titolo e in qualche modo). Ecco perché ci potrebbe essere uno o più partiti potenzialmente interessati alla piattaforma. Il che spiegherebbe l’uscita di Sabatini.
