
La Moldavia sceglie ancora una volta l’Europa. Alle elezioni parlamentari, il Partito Azione e Solidarietà (PAS) della presidente Maia Sandu ha conquistato il 44% dei voti, superando nettamente il blocco filorusso guidato dall’ex capo di Stato Igor Dodon, fermo al 28%.
L’effetto diaspora e il sostegno di Bruxelles
Determinanti i voti della diaspora – quasi un quinto dell’elettorato – che già nel 2024 avevano ribaltato il referendum sull’adesione all’Unione Europea. A Bruxelles il risultato è stato accolto come una vittoria strategica per la sicurezza del fianco orientale dell’Europa.
Urne sotto attacco (anche informatico)
La giornata elettorale è stata segnata da cyberattacchi attribuiti a Mosca, falsi allarmi bomba e sospetti movimenti di elettori nelle regioni separatiste. Secondo osservatori indipendenti, in Transnistria e Gaugazia sarebbero stati organizzati spostamenti di massa e indicazioni di voto via Telegram.
Sandu: “Difendiamo il futuro europeo”
Dal seggio di Chisinau, Sandu ha parlato chiaro: “Ho votato per preservare pace e futuro europeo della Moldavia. Non possiamo vendere la patria per 400 lei né per 400 euro”. Parole che hanno galvanizzato gli elettori pro-Ue, ma irritato i filorussi.
Dodon non si arrende
L’ex presidente Dodon ha bollato le accuse di brogli come “isteria” e ha già convocato una protesta pacifica davanti al Parlamento, accusando Sandu di voler “annullare i voti”.
Un test decisivo per l’Est europeo
Con un’affluenza al 51,9%, la più alta della storia del Paese, la Moldavia si conferma terreno conteso tra Bruxelles e Mosca. La vittoria di Sandu rafforza la prospettiva europea, ma la partita con il Cremlino è tutt’altro che chiusa.