
L’ex direttrice dell’MI5, Eliza Manningham-Buller, ha lanciato l’allarme: l’Occidente potrebbe già essere in guerra con la Russia. A confermarlo sarebbero gli attacchi ibridi, i droni su aeroporti Nato e il nuovo massiccio reclutamento militare ordinato da Vladimir Putin.
300mila nuove reclute in nove mesi
Secondo un rapporto dell’Institute for the Study of War, dal 1° gennaio al 15 settembre 2025 Mosca ha firmato contratti per oltre 292mila soldati, superando oggi quota 300mila. Non sono stati inviati in Ucraina, ma addestrati nei confini con Polonia e Finlandia: una “riserva strategica” pronta a essere impiegata in nuovi scenari.
Carri armati nascosti
I tank T-90M e i moderni BMP-3, prodotti in centinaia di esemplari, non compaiono più nei combattimenti nel Donbass. Secondo indiscrezioni, sarebbero concentrati in basi militari sul confine finlandese e in Siberia, con addestramenti fino a sei mesi per unità speciali.
L’incubo del “corridoio di Suwalki”
La Nato teme che le nuove truppe possano puntare sul fragile passaggio tra Polonia e Paesi Baltici, il cosiddetto corridoio di Suwalki: 100 km che riporterebbero la Russia alla sua storica frontiera sovietica. Un’operazione che cambierebbe gli equilibri di sicurezza in Europa.
Guerra ibrida e pressione sull’Europa
Intanto Bruxelles segnala un’escalation di intrusioni: caccia russi sui cieli estoni, droni, cyberattacchi e possibili azioni contro infrastrutture critiche. L’Ucraina non è il vero obiettivo finale?