L’economia di guerra che fa ricca l’industria della difesa europea

I colossi del Vecchio continente chiudono bilanci da record. Battuti i giganti statunitensi

L’economia di guerra che fa ricca l’industria della difesa europea

Più ricchi grazie alla guerra. Sono soprattutto le industrie europee ad aver beneficiato dell’aumento delle spese militari innescato dalla decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina il 24 febbraio 2022 e dalle reazioni degli Stati Uniti e dei paesi della Nato.

Un’inchiesta del Sole 24 Ore sui bilanci mostra che i 13 principali gruppi europei che hanno una presenza in questo settore hanno visto aumentare del 10,4 per cento i ricavi, passati da 180 a 199 miliardi di euro. Gli utili netti hanno fatto un’impennata del 55,1 per cento.

Gli utili sono calcolati per 12 società europee. Manca all’appello Knds, il gruppo degli armamenti terrestri creato con l’unione della tedesca Krauss-Maffei Wegmann e della francese Nexter, produttore dei carri armati Leopard, l’unico non quotato in Borsa tra quelli censiti.

In Europa i risultati economico-finanziari migliori sono stati ottenuti da tre colossi: la tedesca Rheinmetall, la britannica Bae Systems e la svedese Saab. Il numero uno italiano dell’aerospazio e difesa, Leonardo, ha aumentato i ricavi del 3,9 per cento a 15 mld, l’utile operativo è migliorato del 13 per cento.

Sull’altra sponda dell’Atlantico, i 5 colossi statunitensi - Lockheed Martin, Rtx, Boeing, Northrop Grumman e General Dynamics - hanno messo a segno un aumento dei ricavi complessivi del 7,3 per cento, da 276 a 296 miliardi di dollari. I profitti netti complessivi sono passati da 13 a 14 mld, una crescita dunque molto più contenuta rispetto ai gruppi europei. Ma le industrie americane potrebbero rifarsi con gli ordini che arriveranno con il nuovo pacchetto di aiuti per l’Ucraina da 61 mld.

Fonte
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