La Cia riscrive il caso Mattei

Le accuse nelle carte sul delitto Kennedy. “Era fascista: pagò la Dc per fingersi partigiano"

La Cia riscrive il caso Mattei

Figlio del brigadiere dei carabinieri Antonio Mattei, di Civitella Roveto nella Marsica, Enrico Mattei fondò una piccola azienda chimica. Durante la seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza, divenendone una figura di primo piano.

Nel 1945 fu nominato commissario liquidatore dell’Agip, creata nel 1926 dal regime fascista; invece di seguire le istruzioni del Governo, riorganizzò l’azienda, fondando nel 1953 l’Ente Nazionale Idrocarburi (Eni), di cui l’Agip divenne la struttura portante. Sotto la sua guida, l’Eni diventò una multinazionale del petrolio, protagonista del miracolo economico postbellico.

Fu parlamentare dal 1948 al 1953 per la Democrazia Cristiana. Successivamente, rese l’Eni un centro di influenza politica, attraverso la proprietà di media quali il quotidiano Il Giorno e finanziamenti ai partiti. In questo si collocò sempre vicino alla sinistra democristiana, in particolar modo a Giorgio La Pira e Giovanni Gronchi.

Sotto la sua presidenza, l’Eni negoziò rilevanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e un importante accordo commerciale con l’Unione Sovietica. Queste iniziative contribuirono a rompere l’oligopolio delle Sette sorelle, che allora dominavano l’industria petrolifera mondiale. Mattei introdusse inoltre il principio per il quale i Paesi proprietari delle riserve dovevano ricevere il 75% dei profitti derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti.

Morì nel 1962 in un incidente aereo nei pressi di Bascapè. Le indagini sulla morte durarono anni e si scontrarono con gravi depistaggi; oggi si ritiene che uomini della mafia sabotarono il suo aereo personale; si pensa inoltre che anche il giornalista Mauro De Mauro fu ucciso dalla mafia mentre stava per divulgare quanto aveva scoperto proprio sulla morte di Mattei. Inoltre, secondo alcuni, anche Pier Paolo Pasolini sarebbe stato assassinato perché aveva iniziato ad indagare sulla morte di Mattei.

Ora emerge un nuovo capitolo. Le accuse che riscrivono la storia del fondatore dell’Eni nelle carte sul delitto Kennedy. In 13.173 documenti l’Italia viene citata sei volte. Gli Usa criticano il dirigente italiano. Il capo della Cia a Roma non sembra avere dubbi: Enrico Mattei era un fascista, si era rifatto l’immagine comprando per cinque milioni di lire il titolo di partigiano dai democristiani, e forse per queste sue origini si oppone agli interessi americani in Italia. Lo pensa e lo scrive, Lester Simpson, in un rapporto inviato l’11 agosto del 1955 alla “Company”.

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