
Da quando è stato violato il cessate il fuoco, Israele ha emesso quasi un ordine di sfollamento ogni due giorni, costringendo le persone a spostarsi in meno di un quinto della Striscia di Gaza.
In particolare, Israele ha utilizzato massicci sfollamenti forzati e incessanti attacchi militari per costringere sistematicamente i civili a entrare in cinque zone soggette a restrizioni – delimitate da corridoi militari e dal mare – che ora costituiscono meno del 20% di Gaza. Combinato con la deliberata privazione, questo rivela una strategia non mirata a colpire i militanti, ma a smantellare e cancellare Gaza stessa, ha denunciato Oxfam.
Una nuova analisi dell’organizzazione ha rilevato che, dalla rottura del cessate il fuoco il 18 marzo, Israele ha emesso oltre 30 ordini di sfollamento forzato che riguardano 68 quartieri su 79, alcuni dei quali più volte. Questi, insieme alle zone militari israeliane “no-go” in continua espansione, costituiscono oltre l’80% della Striscia di Gaza.
L’effetto cumulativo è il confinamento di fatto della popolazione in enclave sovraffollate e prive di infrastrutture.