
La Sumud Flotilla, composta da 42 imbarcazioni cariche di aiuti per Gaza, continua a navigare in acque internazionali con arrivo previsto giovedì. Da Roma, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha incontrato una delegazione del movimento Global Movement to Gaza, avvertendo che «forzare il blocco navale significherebbe esporsi a pericoli elevatissimi».
La risposta degli attivisti: «Non ci fermiamo»
La portavoce italiana Maria Elena Delia ha replicato dopo l’incontro: “Navighiamo nella piena legalità e non ci fermeremo. Questa è la nostra responsabilità”. Intanto la delegazione ha avuto colloqui anche con la leader dell’opposizione Elly Schlein, mentre il Vaticano resta impegnato in una mediazione silenziosa.
Le opzioni sul tavolo
Le istituzioni italiane e la Chiesa spingono per una soluzione alternativa: lo sbarco degli aiuti a Cipro, con successivo trasferimento tramite il porto israeliano di Ashdod, sotto la garanzia del patriarca latino Pierbattista Pizzaballa. Ma da Israele arriva un secco no: “La flottiglia ha respinto ogni proposta pacifica, questa è pura provocazione”, afferma il ministero degli Esteri.
Navigazione tra droni e fregate
Le navi hanno lasciato Creta dopo una notte difficile per il mare mosso. Gli attivisti raccontano di droni che hanno sorvolato le imbarcazioni “senza attacchi”, forse turchi data la vicinanza geografica. Intanto la Marina militare italiana continua a monitorare a distanza i movimenti della flotta.
Gaza resta l’obiettivo
Nonostante i rischi, la Flotilla punta dritta verso Gaza, anche se resta sul tavolo – seppur lontana – l’ipotesi di un approdo sulle coste egiziane, vicino al valico di Rafah. Lì gli aiuti potrebbero proseguire via terra con altri convogli umanitari, opzione che Israele non contempla per ora.