Il candidato dell'estrema destra vince il primo turno delle presidenziali in Brasile

L’ex capitano dell’Esercito raggiunge percentuali che nessuno si sarebbe aspettato solo qualche mese fa. Se la dovrà vedere con il leader che ha sostituito Lula nella corsa alla presidenza, Fernando Haddad, che ha già detto di voler aprire “a ogni alleanza, nessuna esclusa”

Il candidato dell'estrema destra vince. Andrà al ballottaggio
Jair Bolsonaro, vincitore del primo turno alle elezioni presidenziali in Brasile

Jair Bolsonaro ha vinto. Ma non ha superato la soglia del 50% dei voti che gli avrebbe consentito di diventare presidente del Brasile al primo turno. Invece, sarà ballottaggio con il candidato del Pt, Fernando Haddad, il leader che ha sostituito Lula nella corsa alla presidenza.

L’astensione è stata modesta, un 22% registrato soprattutto negli Stati del nord ovest, più isolati e poveri. Ma il voto elettronico ha consentito di conoscere i risultati tre ore dopo la chiusura dei seggi.

L’ex capitano dell’Esercito, esponente della destra estrema, raggiunge comunque percentuali che solo qualche mese fa sembravano inimmaginabili. Per lui il 47% delle preferenze. Mentre per Haddad solo il 28. Si confronteranno ancora nella sfida finale il prossimo 28 ottobre. Non sarà facile per l’ex ministro dell’Educazione nei governi Lula e Rousseff.

Ma il successo di Bolsonaro lo costringerà a nuove alleanze con gli altri candidati: Ciro Gomes, del PDT che ha raccolto il 12,5% e Geraldo Ackmin, del PSDB, che si è fermato al 5%.

Ora iniziano le trattative. Ci sono altri 10 milioni di voti in ballo. Haddad ha già detto che “aprirà a ogni alleanza, nessuna esclusa”. Bolsonaro festeggia. Avrebbe voluto chiudere la partita subito. Ha, tuttavia, un’autostrada davanti e vede già il traguardo. Se verrà eletto sarà il primo ex militare a tornare alla guida del Brasile 30 anni dopo la fine della dittatura.

E lo scenario che si prefigura potrebbe far tornare indietro il Brasile. "Non risolveremo mai i gravi problemi del nostro paese con questa irresponsabile democrazia", aveva detto al Congresso nel 1993 il probabile prossimo presidente brasiliano, che appare come una miscela di Hugo Chávez e Augusto Pinochet.

In un'intervista del 2015, Bolsonaro aveva difeso la dittatura brasiliana del 1964-85, responsabile dell'uccisione e della scomparsa di centinaia di oppositori. Fino al mese scorso, quando ha auspicato di vedere fucilati i suoi avversari politici di sinistra. Due giorni dopo è stato accoltellato durante un comizio.

Così sul finire della campagna elettorale, da un letto d'ospedale, ha cercato di proporsi in modo più "tollerante", promettendo di governare per tutti i 208 milioni di cittadini del Brasile indipendentemente dal loro colore della pelle.

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