La rivoluzione tradita: cosa sta succedendo in Tunisia?

Gli arresti arbitrari di imprenditori, politici, giornalisti e sindacalisti per una presunta “cospirazione contro la sicurezza dello Stato” stanno aumentando la tensione nel paese nordafricano

La rivoluzione tradita: cosa sta succedendo in Tunisia?
Kais Saied

Dalla Tunisia giungono segnali preoccupanti, culla della cosiddetta primavera araba del 2011. Il processo di democratizzazione, iniziato all’indomani della rivolta popolare che ha portato alla fuga dell’ex presidente Ben Alì, si è arenato più volte nel corso degli ultimi anni. 

Con l’elezione a capo dello stato di Kais Saied, un ex professore di diritto, la situazione non è migliorata. Il 25 luglio del 2021, con un colpo di mano, Saied ha deciso di smantellare le istituzioni emanate dalla Costituzione del 2014 accentrando a sé il potere esecutivo, legislativo e giudiziario. 

Una deriva autoritaria, denunciano alcuni esponenti della società civile, come Sami Tahri, vice segretario del sindacato dei lavoratori, Majdi Jlassi, segretario generale dell’ordine dei giornalisti e Ayyachi Hammami, avvocato e difensore dei diritti umani. 

Gli arresti arbitrari di imprenditori, politici, giornalisti e sindacalisti, iniziati a partire dello scorso 11 febbraio, per una presunta “cospirazione contro la sicurezza dello Stato” hanno aumentato la tensione nel paese nordafricano e affossato ulteriormente l’economia in un apese dove il Pil procapite viaggiava ad esempio nel 2020 ancora attorno ai 3.500 dollari (fonte: My Data Jungle).

E non aiutano a rasserenare il clima neanche le ultime dichiarazioni di Saied sulla presenza di migranti sub-sahariani in Tunisia, e di un presunto complotto iniziato all’inizio del 21mo secolo per cambiare la composizione etnica del piccolo Stato da lui ora guidato.

Fonte
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