
Brunello Cucinelli, simbolo del lusso italiano, è finito nella bufera: il titolo ha perso oltre il 17% dopo un report esplosivo di Morpheus Research. La società americana accusa il marchio umbro di aggirare le sanzioni Ue contro Mosca e di svendere i propri capi con sconti eccessivi, compromettendo l’esclusività del brand.
Le accuse di Morpheus
Secondo il dossier – basato su analisi finanziarie, testimonianze di ex dipendenti e visite nei negozi – i punti vendita russi di Cucinelli sarebbero ancora attivi e alimentati da triangolazioni con società cinesi, lituane e iraniane. Nel report si parla di un boom del 715% delle esportazioni in Russia tra il 2021 e il 2023.
La replica della maison
L’azienda di Solomeo respinge con fermezza le accuse, ribadendo di rispettare pienamente le regole europee. I negozi russi, sostiene, sono chiusi dal 2022 e il personale locale si limita a fornire assistenza su merce consegnata prima delle sanzioni. Cucinelli annuncia inoltre possibili azioni legali per difendere la propria reputazione.
Il nodo del magazzino
Per Morpheus, la strategia “occulta” in Russia servirebbe a smaltire un magazzino in eccesso, tanto che alcuni capi sarebbero comparsi persino sugli scaffali della catena low-cost americana TJ Maxx. Un duro colpo all’immagine esclusiva della maison.
Il fronte politico
Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha difeso Cucinelli, definendo la sua azienda come “un modello di sostenibilità e qualità”, mentre altri osservatori parlano di una manovra speculativa tipica dei fondi ribassisti. Resta il fatto che il caso scuote uno dei marchi più iconici del lusso italiano.