
Il 2025 doveva consacrare Airbus come dominatore incontrastato del mercato aeronautico globale. Invece, negli ultimi mesi, la traiettoria del gigante europeo ha iniziato a perdere quota. Una sequenza di problemi tecnici e industriali ha costretto il gruppo a rivedere al ribasso gli obiettivi di consegna, il parametro più sensibile per investitori e clienti perché coincide con l’incasso effettivo delle commesse.
Software, sicurezza e fusoliere: la catena degli imprevisti
Il primo campanello d’allarme è scattato con l’aggiornamento del software di oltre 6.000 aeromobili, necessario per mitigare i rischi legati all’esposizione alle radiazioni solari ad alta quota. A seguire, Airbus ha dovuto affrontare difetti strutturali nei pannelli di fusoliera di circa 600 A320, il modello di punta della famiglia a corridoio singolo. Interventi che hanno rallentato le linee di assemblaggio e complicato la gestione della supply chain.
Consegnare meno significa incassare dopo
Nel settore aeronautico, le consegne non sono solo una questione industriale: sono il momento in cui si chiude il cerchio finanziario. Ogni aereo consegnato significa pagamento finale della commessa, e quindi flussi di cassa. Il taglio dei target ha inevitabilmente raffreddato l’entusiasmo dei mercati, alimentando dubbi sulla capacità di Airbus di mantenere il ritmo promesso.
Il duopolio scricchiola: Boeing prova a rialzarsi
Le difficoltà di Airbus arrivano in un momento delicato per l’equilibrio storico del settore. Boeing, dopo anni segnati da crisi di sicurezza, blocchi produttivi e controlli regolatori, sta lentamente recuperando capacità industriale. Non è ancora una rimonta, ma il produttore americano torna a essere un concorrente meno prevedibile e più aggressivo, soprattutto sul fronte degli ordini a medio raggio.
La terza variabile: la Cina entra in gioco
A complicare ulteriormente lo scenario c’è la Comac, il costruttore cinese sostenuto da Pechino. Il C919, già operativo su rotte domestiche, rappresenta il primo tentativo credibile di scalfire il duopolio Airbus-Boeing. Per ora l’impatto globale è limitato, ma nel medio periodo la Cina punta a ridurre la dipendenza tecnologica dall’Occidente e a offrire un’alternativa soprattutto ai mercati emergenti.
Supply chain fragile e costi in aumento
Alla base dei problemi resta una filiera industriale ancora sotto pressione. La carenza di componenti, l’aumento dei costi energetici e le difficoltà dei subfornitori europei continuano a rallentare la produzione. Airbus ha avviato piani di rafforzamento della catena di fornitura, ma i risultati richiederanno tempo.
Una leadership ancora solida, ma meno scontata
Nonostante gli intoppi, Airbus resta il primo costruttore mondiale per ordini e backlog. Tuttavia, il 2025 segna un passaggio chiave: la leadership non è più automatica. Tra problemi tecnici, concorrenza americana in ripresa e ambizioni cinesi, il cielo del trasporto aereo globale si fa più affollato e competitivo.


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