Petrolio, un mercato sempre più oligopolistico

L’Opec+ trova il compromesso. Produzione di fatto invariata. Il prezzo torna ai valori pre-pandemia

Petrolio, un mercato sempre più oligopolistico

La produzione dei paesi Opec+ (i paesi aderenti all’Opec più la Russia) rimarrà sostanzialmente invariata a febbraio e marzo sui livelli di gennaio, ma Russia e Kazakistan potranno aumentare l’output di greggio di complessivamente 150.000 barili per far fronte alla maggiore domanda interna in inverno.

Per non causare un eccesso di offerta mentre la ripresa della domanda è incerta, l’Arabia Saudita effettuerà tagli volontari di 1 milione di barili al giorno a febbraio e marzo.

È questo il compromesso raggiunto nella riunione di oggi dell’Opec+, dopo lo stallo di ieri dovuto alle divergenze tra i Paesi. Dopo l’intesa il prezzo del petrolio balza di oltre il 5% con il Wti che ha superato quota 50 dollari, ai massimi da 10 mesi, e il Brent sopra i 54 dollari.

Russia e Kazakistan da una parte erano favorevoli a un ulteriore incremento della produzione di 500.000 barili al giorno, e dall’altra parte un fronte più ampio composto da Arabia Saudita, Algeria, Angola, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Oman, Malesia, Nigeria, Iraq e Azerbaigian volevano mantenere gli attuali livelli, viste le nuove restrizioni imposte dal Covid che mortificano la ripresa della domanda.

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