Terre rare, nasce il gigante ‘China Rare Earth Group’. Obiettivo: rafforzare il dominio globale di Pechino

La quota della produzione mondiale della Cina è intanto scesa dall’86% rilevata nel 2014 al 58,3% del 2020. Ma Pechino vanta il 36,7 % delle riserve globali, posizionandosi davanti a Vietnam e Brasile.

Terre rare. Nasce il gigante ‘China Rare Earth Group’

Un nuovo colosso per rafforzare uno dei primati della seconda economia al mondo. Lo scorso dicembre è stato fondato a Ganzhou, nella provincia di Jiangxi, il China Rare Earth Group. La mossa dovrebbe migliorare la competitività a lungo termine del settore delle terre rare e rafforzare il controllo della Cina sui prezzi e sulla produzione della preziose risorse a livello internazionale.

Ad oggi, la Cina gestisce la maggior parte della produzione estrattiva di terre rare a livello mondiale, così come la loro lavorazione: si tratta di 17 elementi chimici utilizzati nella produzione di una grande quantità di prodotti che vanno dall’elettronica di consumo ad attrezzature militari, quali, ad esempio, smart phone e aerei da guerra.

I dati dell’Associazione dell’industria cinese delle terre rare indicano che, nel 2021, i prezzi delle 17 risorse sono aumentati dell’88%. Al contempo, la produzione cinese è cresciuta del 6% nel corso del 2020 salendo a 140.000 tonnellate.

Oltre alla Cina, anche gli Stati Uniti, che erano il maggior produttore mondiale negli anni ‘80, hanno aumentato la loro produzione su base annua (+36% nel 2020), arrivando a 38.000 tonnellate.

Nello stesso periodo, il Myanmar ha aumentato a propria volta la produzione del 20% portandola a 30.000 tonnellate. Quest’ultimo paese, che al momento sta attraversando una difficile situazione interna in seguito al colpo di Stato militare, fornisce alla Cina circa la metà delle terre rare pesanti (utilizzate principalmente nei reattori nucleari e ancora più preziose rispetto a quelle leggere) di cui necessita. Anche il Madagascar ha raddoppiato la sua produzione, elevandola a 8.000 tonnellate.

Non stupisce dunque che, come riporta la US Geological Survey, la quota della produzione mondiale della Cina sia scesa dall’86% nel 2014 al 58,3% del 2020. Allo stesso tempo, lo scorso 30 settembre, Pechino ha deciso di incrementare del 20% la quota di produzione annua di terre rare, raggiungendo così il più alto livello nella sua storia.

La Cina può infatti contare su un jolly: vanta il 36,7 % delle riserve mondiali, posizionandosi davanti al 18% del Vietnam e del Brasile.

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