Scholz: “Stop al Nord Stream 2”. Ma è un problema più per l’Europa o per Mosca?

Se l’Europa è molto dipendente dal gas che viene inviato da Gazprom, l’economia russa si basa prevalentemente sulla vendita di idrocarburi, e il Vecchio continente è un ottimo cliente

Scholz: “Stop al gasdotto Nord Stream 2”. Ma è un problema per l’Europa?

Nel braccio di ferro tra Russia e Ucraina, Ue e Nato, il Nord Stream 2 (il gasdotto offshore che collega direttamente Russia e Germania) rappresenta l’asso nella manica dell’Occidente. A confermarlo, c'è - il giorno dopo la dichiarazione di indipendenza da parte del presidente russo Vladimir Putin delle due repubbliche del Donbass, Donetsk e Luhansk - lo stop del cancelliere Olaf Scholz alla certificazione della pipeline (l’opera è stata completata nel 2021 ed è pronta per entrare in funzione). “Alla luce delle ultime azioni della Russia la certificazione per l’avvio della pipeline Nord Stream 2 non potrà essere data”, ha sottolineato il cancelliere.

Il punto che, se da un lato è vero che l’Europa è dipendente dal gas che viene inviato da Gazprom, dall’altro l’economia russa si basa prevalentemente sulla vendita di idrocarburi. E l'Europa, in questo senso, è un ottimo cliente per Mosca.

Il Nord Stream 2 (osteggiato da Usa e dai paesi dell’Europa orientale) aggira l’Ucraina, togliendo al paese circa 1 miliardo di euro l’anno di introiti derivanti dalle tariffe di transito. L’Ucraina, in conflitto con la Russia dall’annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014, ritiene che il Nord Stream 2 sarà utilizzato dalla Russia per esercitare pressioni politiche. In effetti, già negli scorsi anni, ci sono state diverse controversie tra Kiev e Mosca che hanno lasciato l’Ucraina senza gas.

Inoltre, alcuni analisti non concordano sugli effettivi vantaggi economici e ambientali di Nord Stream. Un rapporto del 2018 del think tank tedesco Diw ha sostenuto che il progetto non era necessario e si basava su previsioni che “sopravvalutano significativamente la domanda di gas naturale in Germania e in Europa”.

La principale economia europea importa circa il 40% del proprio gas dalla Russia e ritiene che il gasdotto abbia un ruolo nella transizione energetica da carbone e nucleare alle rinnovabili. Peraltro, l’ex cancelliere Gerhard Schroeder è presidente del comitato degli azionisti del Nord Stream. E, oggi, con i prezzi dell’energia in aumento in tutta Europa e la Russia che sta limitando le forniture di gas per esercitare pressioni sull’Occidente bloccare il Nord Stream 2 sembra un rischio per Berlino.

Al momento sembra, dunque, essere una partita nella quale rischiano di perdere tutti gli attori in gioco, Italia compresa.

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