Putin si gioca il jolly Erdogan: “Pronti a reindirizzare i flussi di gas all’Europa attraverso la Turchia”

Ora il presidente russo punta a creare il più grande hub di gas per l’Europa in Turchia e attacca l’Europa: “Come nel Medio Evo, la gente ha iniziato a fare scorta di legna per l’inverno”

Putin si gioca il jolly Erdogan
Recep Tayyip Erdoğan

Vladimir Putin è tornato ad attaccare gli “atti di terrorismo” compiuti e i Paesi che traggono beneficio dal sabotaggio di fine settembre sul fondo del Mar Baltico: un “precedente pericoloso” per le infrastrutture di tutto il mondo. Nominando Stati Uniti, Polonia e Ucraina, Putin ha accusato “chi cerca di distruggere definitivamente i legami tra Russia e Ue, e di sottomettere politicamente l’Europa, indebolendone il potenziale industriale, impadronendosi del mercato”.

Ora “la palla è nel campo dell’Ue – ha detto il capo del Cremlino -. Se lo vogliono, i rubinetti si riaprono ed è fatta”. Putin ha detto che Mosca è infatti pronta a ripartire attraverso la linea di Nord Stream 2 non danneggiata (e mai entrata in funzione anche a causa della pressione statunitense). Un’offerta - ha chiarito - che esclude i Paesi che accetteranno di imporre un tetto ai prezzi del gas russo.

Dopo di lui anche Aleksej Miller, amministratore delegato di Gazprom, ha detto la sua: “Gli inverni possono essere relativamente miti ma per una settimana o anche solo cinque giorni farà straordinariamente freddo. È possibile che intere città e campagne (in Europa, ndr) gelino”.

Miller ha spiegato che nel periodo di picco della domanda all’Europa potrebbero mancare 800 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno. Un terzo del consumo totale. E se attualmente l’Europa può contare su scorte complete al 91%, Miller lancia lo sguardo alla fine della primavera, quando gli stoccaggi saranno scesi al 5% e diventerà molto più complicato ricostituirli per l'inverno successivo.

Intanto prende piede un’altra idea con cui la Russia punta a rompere l’isolamento: la creazione di un hub energetico in Turchia, facendo della regione del Mar Nero “la via principale per il rifornimento di carburante e gas all’Europa attraverso la Turchia”. In effetti, ora che Nord Stream si è fermato, le forniture di gas russo all’Europa – per quanto ridotte – possono arrivare solo dall’Ucraina, paradossalmente, e dalla Turchia.

“Potremmo trasferire alla regione del Mar Nero i volumi dei Nord Stream perduti - ha detto Putin – creando il più grande hub di gas per l’Europa in Turchia. Se i nostri partner sono interessati, naturalmente”. Un’idea ‘win-win’ per Putin ed Erdogan. Il presidente turco – colui che da Draghi era stato definito “dittatore” – diventerebbe una figura ancora più imprescindibile per l’Europa, a cominciare da energia e migranti.

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