
Nel cuore del deserto di Ordos, nella Mongolia Interna, i ricercatori cinesi hanno individuato un giacimento senza precedenti: uranio in abbondanza. Secondo gli scienziati, si tratta della prima scoperta di questo tipo a livello mondiale, con potenziali implicazioni storiche per il mercato globale dell’energia.
Nucleare, la Cina vuole l’autosufficienza
Con 57 reattori nucleari attivi e oltre 70 tra in costruzione e in programma, la Cina è già tra i colossi mondiali dell’energia nucleare. Ma importa ancora la gran parte dell’uranio da Kazakistan, Uzbekistan, Canada, Namibia e Russia. Questa nuova riserva, se confermata, potrebbe coprire buona parte del suo fabbisogno interno fino al 2035, quando si prevede un consumo annuo di oltre 40.000 tonnellate.
La cintura del litio: 30 milioni di tonnellate
E non è finita qui. Al confine tra Kunlun occidentale e Songpan-Ganzi, gli scienziati cinesi hanno individuato una cintura di litio lunga 2.800 km, con riserve accertate di 6,5 milioni di tonnellate e un potenziale che supera i 30 milioni. Una cifra in grado di scardinare gli attuali equilibri del mercato globale delle batterie.
Dall’estrazione al prodotto finito
La forza della Cina? Non solo nell’estrarre e raffinare. Ma nel trasformare materie prime in tecnologia: dalle auto elettriche agli smartphone, passando per computer e dispositivi di nuova generazione. Un vantaggio competitivo che nessun altro Paese al mondo oggi è in grado di eguagliare.
Geopolitica energetica riscritta
Tra desertificazione, sfide ambientali e pressione globale per la transizione energetica, la Cina si sta ritagliando un ruolo chiave nell’approvvigionamento strategico del XXI secolo. In tale contesto, Ordos potrebbe diventare il nuovo epicentro del potere energetico mondiale.